Afterhours, Arisa, Paolo Belli. Sono questi i cantanti in gara a Sanremo ad aver accettato la simpatica provocazione della Gialappa’s. Durante l’ultima serata, dietro le quinte il trio comico distribuiva i triangoli rosa simbolo dell’olocausto gay chiddendo agli artisti di indossarli in aperta contrapposizione al testo di Povia che rischiava di vincere – e che comunque non si è posizionato male -.
"Ci siamo presentati sul palco con il triangolo rosa perchè ci schieriamo a favore di una categoria, quella degli omosessuali, che in Italia vive ancora come aliena e noi ci consideriamo alieni allo stesso modo" ha detto in sala stampa Manuel Agnelli, leader degli Afterhours vincitori del premio della Critica.
Altro premio altro triangolo, quello della stralunata Arisa, vincitrice nella categoria Proposte. Anche lei si è presentata con il simbolo della persecuzione nazista. Paolo Belli, invece, lo ha attaccato al microfono.
Nessun commento, nessuna domanda agli artisti sulle motivazioni di quel simbolo è stata avanzata del conduttore Bonolis che del resto non aveva nessun interesse a scatenare altre polemiche in chiusura di un Festival di successo.
Polemiche che non sono mancate neanche nel pomeriggio. Per le strade di Sanremo si è svolta la manifestazione "Se m’innamoro" indetta dalle associazioni contro il brano "Luca era gay". Povia si è rifiutato di dirigersi verso il gruppo di manifestanti, un centinaio in tutto, come gli era stato chiesto da alcuni giornalisti. Alcuni rappresentanti di Arcigay e Agedo avevano chiesto che si tenesse un confronto pubblico col cantante.
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