GAY NELLA SCUOLA. 4) ROMA

Lo storico liceo classico "Tasso". Aperto alla discussione di tutti i temi che gli studenti vorranno affrontare. Il preside: "Darei il benvenuto al comitato organizzativo del Gay Pride"

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3 min. di lettura

Il liceo classico "Tasso" di Roma è uno degli istituti storici della capitale. Fondato nel 1887, ha più di 1000 iscritti e quasi 80 docenti. Superata la crisi dei primi anni Novanta, vuole porsi come il punto di riferimento della scuola autonoma, in grado di coniugare i valori forti del sapere umanistico con le innovazioni della tecnologia e della scienza. Abbiamo incontrato il preside del Liceo, prof. Achille Acciavatti, ed una rappresentanza degli studenti.

Preside, cosa insegnate ai vostri studenti?

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Cerchiamo di insegnare loro il "sapere critico", cioè l’insieme delle conoscenze necessarie per vivere nella società civile. Miriamo soprattutto alla qualità degli studi. Cerchiamo di far crescere i nostri studenti non solo dal punto di vista "tecnico" (del latino, del greco, della matematica), ma dal punto di vista civile, affrontando temi come la libertà, la democrazia, la diversità, la tolleranza religiosa, la pace, l’ambiente.

Quali sono state le iniziative recenti di maggior interesse organizzate dalla vostra scuola?

Un incontro con il procuratore Pierluigi Vigna su "mafie e giustizia", la commemorazione del "Giorno della memoria" lo scorso 27 gennaio. In calendario abbiamo anche un incontro sui diritti umani.

Avete mai pensato di organizzare un incontro sui diritti gay?

Durante l’ultima autogestione è intervenuto nella scuola l’On. Franco Grillini, che ha parlato dei diritti della diversità. Altri incontri sul tema non ce ne sono ancora stati, ma la nostra scuola è pronta ad ospitarli in qualsiasi momento.

Il fatto però che ancora non siano stati organizzati cosa significa?

Che i collettivi di sezione hanno finora dato priorità ad altri temi, la guerra in particolare. Nell’assemblea mensile si discutono i temi scelti a maggioranza democratica. Se gli studenti vorranno approfondire il tema dei diritti gay, la scuola inviterà gli esperti e le associazioni culturali di riferimento, senza alcun pregiudizio.

Lei potrebbe avere pressioni perché ciò non avvenga?

Sì. Ma le pressioni non possono impedire a questa scuola di essere il punto d’incontro di opinioni e idee differenti.

Fra i diritti rivendicati oggi dal movimento gay ci sono le unioni matrimoniali (con tutto ciò che ne segue: comunione dei beni, diritto ereditario ecc.), le adozioni dei figli, la maggiore tutela sui luoghi di lavoro, le donazioni sanguinee. Cosa ne pensa?

Personalmente penso che questi siano temi di grande importanza e attualità, verso cui anche il parlamento dovrà assumere una posizione di maggiore apertura. Come dirigente scolastico ritengo che l’atteggiamento corretto della scuola non sia quello di imporre i temi agli studenti, ma di soddisfare il loro bisogno di informazione, di discussione, di conoscenza, nel momento stesso in cui questo si manifesta.

C’è ancora imbarazzo a commentare i passi omoerotici nella letteratura greca o romana?

Direi di no. Anche su questo il corpo docente ha compiuto significativi passi in avanti.

Conosce professori gay nella sua scuola?

Sì.

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Ritiene di correre dei rischi sapendo che insegnano a dei giovani?

Che sciocchezza! Personalmente ritengo che un insegnante gay abbia non solo gli stessi diritti, ma anche la stessa affidabilità professionale di un qualsiasi altro collega e quindi abbia il diritto di insegnare in ogni ordine e grado d’istruzione (alle scuole medie, alle superiori, anche all’asilo, se occorre). Come dirigente scolastico non ritengo affatto di correre dei "rischi", se così vuole chiamarli. Nei confronti dei colleghi gay applico la stessa "presunzione di normalità" – mi passi il termine – di un qualunque altro collega "etero".

Come commenta allora la polemica sui maestri gay di qualche tempo fa?

Beh, si è trattato evidentemente di una polemica politica ed in buona parte "virtuale", nata cioè senza riferimento ad elementi concreti. Aggiungo che si è trattato di una polemica dai contenuti inaccettabili. Pensare che un professionista venga allontanato dalla classe per via della propria identità sessuale, ci farebbe retrocedere improvvisamente di molti decenni.

Ha mai partecipato al Gay-Pride?

No.

Se la sua scuola invitasse il comitato organizzativo dell’evento?..

Gli darei il mio benvenuto. Purché naturalmente quell’incontro fosse un esercizio di tolleranza nei riguardi di chi non condivide la posizione del Gay-Pride.

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Per chiudere: nella biblioteca del liceo "Tasso" c’è anche Tondelli?

Penso di sì. Se non ci fosse, comunque, sarebbe un problema di budget, non di censura. La scuola italiana investe poco e male nella lettura e questo purtroppo pregiudica la presenza di molti autori gay, come anche di molti "classici".

di Dario Remigi

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