Sulle colline umbre e, più precisamente, a tre km dal borgo medioevale di Monteleone di Orvieto, si affaccia sulla Val di Chiana un agriturismo gestito da Rita e Maura (nella foto con due loro cuccioli), due compagne di vita che nel 1998 decisero di dare inizio alla loro avventura imprenditoriale.
Poggio Miravalle, questo il nome dell’azienda, è un grande podere di 30 ettari che si estende su due colline dove al centro si trova il casale in tipica architettura umbra, circondato da distese di ulivi e con annessa una grande piscina panoramica. Qui, dove l’attività agricola è strettamente biologica, le padrone di casa accolgono i loro ospiti in luminosi appartamenti dagli ingressi indipendenti, le cui portefinestre si affacciano direttamente sul giardino. All’interno, oltre all’arredamento curato con gusto, i clienti e le clienti saranno lieti di degustare i vini di loro produzione offerti in omaggio dall’azienda. Un ambiente accogliente e sano, un luogo magico tutto da godere, attività campestri e itinerari culturali da vivere e scoprire in piena libertà.
A Rita chiediamo di spiegarci cosa le ha spinte verso questa scelta:
Naturalmente sono molte le cose che ci hanno motivato, una su tutte la voglia di fare qualcosa insieme. Io abitavo in paese e Mara in città, ci siamo mosse per costruire qualcosa che ci permettesse di vivere diversamente.
Come ci siete riuscite?
Innanzitutto partendo da zero – spiega Mara – valutando le nostre risorse in quel momento, i finanziamenti all’agricoltura che allora non erano granché, decidendo di chiedere prestiti. Il nostro vantaggio è stato quello di avere in Rita una persona con dell’esperienza, lei è infatti tuttora la presidente di una cooperativa agricola e sa come muoversi, ed è stata anche tra le creatrice del campeggio “Terra di Lei” a pochi km da noi quindi… Diciamo che comunque i sacrifici non sono mancati, ma ne valeva la pena!
Qual’è il vostro rapporto con le istituzioni locali?
In quanto donna – risponde Rita – da parte loro sicuramente di diffidenza. Intendo dire che noi non ci muoviamo politicamente in quanto lesbiche perché non lo riteniamo necessario, o indispensabile, chi ci frequenta e ci conosce sa che stiamo insieme, chi siamo, ed è tutto molto normale, mentre chi non lo sa probabilmente lo intuisce e finora non ci ha creato nessun problema. Diverso è il discorso riguardo alle donne in generale, paradossalmente troviamo più diffidenza nei nostri confronti perché siamo donne che hanno creato un’attività e la portano avanti con successo, per questo dobbiamo sempre dimostrare di cosa siamo capaci e quando ci riusciamo il fastidio da parte degli operai che lavorano qui o degli uomini che hanno a che fare con noi per lavoro ci pare evidente. Questa è la vita per tutte le donne però, non solo per lesbiche, ogni qualvolta tentiamo di conquistare la nostra libertà individuale, ogni volta che sfidiamo noi stesse per realizzare i nostri desideri dobbiamo anche scontrarci con un universo maschile che fatica ad accettarlo. Credo che l’unica sia andare avanti senza condizionamenti….
Mi hai detto che organizzate anche settimane solo gay e lesbiche, di che si tratta ?
Di periodi che ci piace dedicare all’aggregazione, sono giorni in cui gli ospiti sono solo gay e lesbiche che una volta qui sono liberi di organizzarsi come vogliono…
Un consiglio a chi ha in mente d’iniziare un’attività come questa?
Avere fiducia in se stesse, credere davvero in ciò che si desidera raggiungere e poi, con calma, muoversi in questo senso…
GRAZIE.
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di jaguar
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