Pechino, una Cina tutta da scoprire

Secondo il governo cinese ci sono 5 milioni di omosessuali, mentre la rivista Beijing Review ne ha calcolati 10 milioni, un esercito. Molti sono nascosti o preferiscono aprirsi solo nei locali gay.

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Ormai siamo invasi dal colosso cinese, non se ne può fare a meno. La seconda potenza mondiale, la più popolosa al mondo si sta imponendo e bisogna tenerne conto. Sono passati quarantacinque anni dalla Rivoluzione culturale e ci attende la sua supremazia a livello globale. Da Mao a Hu Jintao molta acqua è passata sotto i ponti e gli Hutong.

Troppi pregiudizi sulla Cina"Una

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volta riposava – era giorno – ed era adagiato su un lato, sulla manica della veste del sovrano. Questi voleva alzarsi, ma Xian non si era ancora svegliato. Allora non volendo scuoterlo, l’imperatore tagliò la manica e quindi si alzò: a tal punto arrivava il suo amore!". Da questo episodio della vita del favorito Dong Xian, del I secolo d.C. è tratto il titolo dell’antologia di racconti d’amore cinesi La manica tagliata di Ameng di Wu. Tanti anni fa lessi questo libro e mi innamorai della cultura cinese. Duanxiu (tagliare le maniche) sta ad indicare gli omosessuali in Cina. A 16 anni, nel 1972, in una sala d’essai a Roma assistetti alla proiezione del documentario di Michelangelo Antonioni Cina Chung Kuo; il regista fu accusato dal Quotidiano del Popolo di essere ostile al popolo cinese e fu scomunicato. Come è cambiata la Cina da allora. Io ero fermo al libretto rosso di Mao, ai dibattiti nei collettivi marxisti-leninisti durante i miei studi all’università di Bari, alla passione per i film di Zhang Yimou (Lanterne RosseSorgo Rosso…) e della splendida e meravigliosa interprete Gong Li. Il regista ha avuto l’onore di dirigere la cerimonia di apertura delle XXIX Olimpiadi di Pechino avendo come palcoscenico lo stadio inaugurato per i giochi olimpici, il celebre "Nido di uccello".

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Punti di interesse – L’unico problema che

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ho avuto a Pechino è la difficoltà nella comunicazione: quasi nessun tassista conosce l’inglese. Ecco la necessità, almeno per il primo giorno, di farmi accompagnare da una guida. Con 500 rmb (circa 60 euro) ho visitato piazza Tienamen, la città Proibita, alcuni hutong, un tempio buddista, il Ming Tomb, il Temple of Heaven, Summer Palace e i più importanti shopping mall… Non è stato possibile visitare la Grande Muraglia perché si trova a oltre settanta chilometri dalla capitale, sarà per la prossima occasione. Ulteriori informazioni sul sito www.dpm.org.cn/index16801050.html

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Censura e omosessualità – Con il mio iPhone avevo la possibilità di comunicare nella lobby tramite wi-fi e le applicazioni Whatsapp, Hotmail, Gayromeo ma con mio disappunto purtroppo Facebook, Youtube e Grindr non sono accessibili e qui scopro la prima censura. Non tutto è rosa e fiori dunque: la pena di morte, la repressione degli studenti in Piazza Tienamen, la persecuzione dei praticanti Falun Gong, la censura, i problemi con il Tibet non si possono dimenticare. Eppure nonostante tutto stanno nascendo come funghi discoteche, saune, Spa gestiti e frequentati da gay. Secondo il governo cinese ci sono 5 milioni di omosessuali, mentre la rivista Beijing Review ne ha calcolati 10 milioni, un esercito. Molti sono nascosti, si sposano, preferiscono non dichiararsi ed aprirsi solo nei locali gay o su internet ma è già un passo avanti. Sarà stata una provocazione il matrimonio di due coppie (due uomini e due donne) che in piazza hanno festeggiato la loro unione comunque non riconosciuta e legale, la polizia non è intervenuta e ha suscitato clamore sulla stampa di tutto il mondo. L’omosessualità in Cina, dopo il periodo buio della rivoluzione culturale, considerata reato fino al 1997 e come malattia mentale scomparve dalla lista solo nel 2001, poche le celebrità che hanno fatto coming out, se ne contano solo una decina.

I locali gay – Centinaia di gay nel

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week-end affollano il disco bar Alfa e la discoteca Destination. Ho provato anche a fare della foto all’interno ma la security me lo ha vietato. All’Alfa il venerdì è la serata top, le consumazioni hanno prezzi abbordabili e una parte dell’incasso viene devoluto ad una associazione lgbt. Sono stato anche in una sauna. Non ho potuto fare a meno di notare la differenza con quelle thailandesi. A Pechino ti danno le ciabatte ma nessun asciugamano, ciò significa che sei obbligato a restare completamente nudo tutto il tempo. Non sarebbe possibile, ad esempio a Bangkok, dove i clienti quando si devono spogliare sono così pudici che si avvolgono con l’asciugamano perfino se si devono  togliere i pantaloni. Piselli al vento dunque senza il minimo imbarazzo e molto spesso piselli in tiro visto che nella dark c’è un via vai continuo. A Pechino ci sono anche i parchi e le piscine. Il più frequentato è il Dong Dan, definito il gay park e come tutti i posti frequentato anche da money boy e ladruncoli. La mia impressione è comunque che Pechino è una città sotto tutti i punti di vista molto sicura anche per i turisti. (Altre info utili sul numero di Clubbing di novembre)

di Felix Cossolo dalla redazione di Clubbing

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