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LONDRA – Ne hanno fatta di strada i King Cross Steelers da quando si sono formati otto anni fa, epoca in cui si parlava di loro come di un fenomeno curioso nel mondo del rugby inglese. Una squadra di rugby gay? Roba da matti!
I critici sono stati messi a tacere dai risultati: la squadra si è rivelata una presenza più che rispettabile all’interno delle competizioni nazionali e internazionali. Soprattutto la stagione 2001-2002 è stata una pietra miliare nella storia del club, con la squadra che ha vinto contro sette delle nove altre squadre di quella divisione, arrivando alla fine della stagione con il premio Rugby World/Tetley’s Team of the Month.
Ma allora cosa rende gli Steelers così particolari?
«Come tutte le squadre di rugby, gli Steelers esistono per dare opportunità ai giocatori e ai tifosi di godere di questo sport. La cosa che ci rende speciali è che noi offriamo agli uomini gay o bisessuali la possibilità di giocare sia il rugby competitivo ad alti livelli, sia il rugby dilettantistico, in un ambiente in cui ognuno possa aprirsi, essere onesto e rilassato, in altre parole, essere se stesso» spiega il presidente Alex Standish.
Il club attira giocatori e tifosi da tutte le parti e con tutti gli stili di vita: gay, bisessuali, etero, giovani, non più giovani. Ai nuovi membri non viene chiesto quale sia il loro orientamento sessuale, perché Standish crede che essere orgogliosi di essere uno Steeler è sufficiente per essere i benvenuti nella famiglia.
Ma l’idea di una squadra di rugby gay non è esclusiva dell’Inghilterra. Simili club stanno spuntando in Australia, Nuova Zelanda, e in America, mentre fanno la loro apparizione anche una seconda squadra inglese, il Manchester Villane Spartans e una in Scozia, il Caledonian Thebans.
Gli Steelers giocano in molti tornei internazionali e hanno preso parte anche alla Coppa Mark Bingham, intitolata al giocatore di rugby omosessuale rimasto ucciso negli attacchi dell’11 settembre mentre insieme con alcuni altri passeggeri cercava di opporre resistenza ai dirottatori sul volo che si schiantò in Pennsylvania.
Perciò, se siete in qualche modo interessati al rugby, potete dare uno sguardo al galleria di foto.
di Keith McDonnell – Gay.com UK
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