Vienna gay: come passare un weekend da sogno a Vienna al Ballo Arcobaleno

A Vienna puoi ballare Baby One More Time in salsa walzer e Amy Winehouse adattata a quadriglia.

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“Sissi si faceva di eroina”.

Così esordisce Andreas, la mia guida turistica a Vienna, mentre attraversavo con lui il museo dedicato a Elisabetta di Baviera, malinconica imperatrice d’Austria. “Era depressa, non stava bene a Vienna. Tant’è che ogni volta che si allontanava dalla città stava meglio. Quando morì sul suo corpo c’erano i segni della malnutrizione e di un’attività fisica spasmodica, sovrannaturale“. Una volta, mi racconta, un dottore le disse che non avrebbe passato l’inverno se lo avesse passato in città. “Qui è molto, troppo freddo“.

È per un desiderio ossessivo che ho scelto di passare un weekend a Vienna: per sentirmi come Sissi. Una principessa malinconica che vaga tra gli incredibili palazzi imperiali, tra le vie che intersecano la storica Ringstrasse, tra i meravigliosi giardini di Schönbrunn, da un magico caffè a un’altro. Volevo realizzare il mio sogno, quello di partecipare ad uno dei celeberrimi balli viennesi, ballare il walzer in frac fino all’alba per poi mangiare würstel prima di coricarmi. Sono partito consapevole delle meraviglie della città che avrei visitato, ma non avevo idea dell’incredibile esperienza che avrei vissuto.

L’evento al quale ho deciso di partecipare è il Rainbow Ball, uno degli oltre 450 balli che ogni anno si tengono nella città dal 1815, anno del Congresso di Vienna. La sua particolarità è che è un ballo dedicato alla comunità LGBT di tutta Europa e vi prendono parte autorità locali, politici, personalità dello spettacolo e tante persone (più di 1.000, per la precisione). La cultura del ballo è profondamente radicata nell’identità austriaca: ogni viennese che si rispetti dovrebbe prendervi parte almeno una volta nella vita. Vi sono quelli storici, come l’Opera Ball (i biglietti vanno sold out nel giro di 10 minuti e per entrare è obbligatorio essere estremamente eleganti), e quelli nati da poco, frequentati dai più giovani, come l’Hip Hop Ball (qui al frac è consentito accostare le sneakers).

Il Rainbow Ball, nato 20 anni fa come evento di beneficenza per la racconta fondi contro l’AIDS, è un po’ come un grande Pride al chiuso, dove al posto di Madonna viene suonato Johann Strauss e dove al frac canonico puoi sostituirne uno in latex. Per l’occasione, ho avuto la possibilità di prendere lezioni di walzer in una delle scuole più prestigiose d’Austria, la Tanzschule Elmayer.

Fondata nel 1919, la scuola è un’istituzione: l’attuale direttore, Thomas Schäfer-Elmayer, discende direttamente dal fondatore, il capitano Willibald Hanselmayer-Vestenbrugg. “Se quest’accademia è il Vaticano della religione tutta viennese del walzer, Schäfer-Elmayer ne è il Papa“, scrive il Washington Post. E in effetti a conoscerlo sembra proprio di star davanti a Sua Eminenza: 71 anni portati divinamente, e un’eleganza mai incontrata prima.

Le lezione è stata magica: i quattro passi base del walzer, dopo qualche minuto di pratica, diventano parte di te. Ma la cosa che mi ha più segnato di quest’esperienza è stata un commento di Thomas, proprio a proposito del Rainbow Ball: “Ammiro particolarmente il walzer ballato da due uomini o da due donne. C’è qualcosa di magico, che in una coppia etero non accade: un continuo scambio di ruoli, che rende la danza incredibilmente piacevole da osservare“.

Le parole di Schäfer-Elmayer mi hanno scaldato il cuore. Un uomo cresciuto in un contesto ultraconservatore, direttore di una delle scuole di danza più antiche e tradizionali d’Europa, nasconde un’anima inclusiva, aperta, amorevole. Mi piace pensare alla sua figura come a quella di un perfetto riassunto dell’identità viennese: dalla tradizione all’inclusività, Vienna ha qualcosa per chiunque.

Ho provato la stessa sensazione al Rainbow Ball: il perfetto connubio tra storia, memorie del passato, innovazione e celebrazione delle diversità si respirava tra le persone, sulla pista da ballo, in giro per le stanze dell’hotel che ospitava l’evento. A Vienna puoi ballare Baby One More Time in salsa walzer e Amy Winehouse adattata a quadriglia. Onorare la tradizione non significa chiudere alla contemporaneità: i due aspetti apparentemente inconciliabili possono convivere in armonia.

Mi ha colpito l’incredibile diversità di persone LGBT al ballo: tantissime lesbiche, tanti uomini e donne transgender, un’incredibile spettro di varietà di genere non definibile, fuori dagli schemi. Ma anche tante coppie etero, giovani e vecchie. Non era un affare solo per uomini gay, come spesso accade. Insomma, una libertà assoluta di essere ciò che si è davvero, senza paura di venir giudicati o condannati per la propria irripetibile identità, calata in un contesto di nostalgica rievocazione del passato storico.

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La ciliegina sulla torta non poteva che essere l’apparizione tipo deus ex machina di Conchita Wurst, colei che ha diffuso nel mondo questa magnifica natura binaria viennese: vederla è stata un’emozione. Conchita era lì per fare un grande annuncio: Vienna nel 2019 ospiterà con fierezza l’Europride.

Mentre ballo in una delle sale dell’hotel mi guardo intorno: vedo appeso al muro un grande quadro di Sissi in abito da ballo, nella celeberrima rappresentazione di Franz Xaver Winterhalter. La sua immagine eterea sembra cozzare con Crazy In Love di Beyoncé, che stavano suonando proprio in quel momento. L’ho guardata negli occhi e sembrava sorridermi: dopotutto Sissi era la party girl eroinomane del XIX secolo.

Avrà pure odiato la sua città, ma sono sicuro che se potesse vivere Vienna oggi, la amerebbe con tutta se stessa.

OLTRE AL RAINBOW BALL, ALTRI BALLI LGBT

Diversity Ball.

Il Diversity Ball quest’anno si tiene il 29 aprile: è il ballo viennese che celebra le diversità, il rispetto, la vita in tutte le sue sfaccettature. Trovate tutte le info qui.

Life Ball.

Fondato nel 1993, è uno dei più grandi eventi di beneficenza al mondo per la raccolta di fondi volti a finanziare la ricerca sull’AIDS. Quest’anno si tiene il 10 giugno: trovate tutto ciò che bisogna sapere qui.

DA VISITARE

Kaiserbründl

Uno dei primissimi locali d’incontro per uomini gay (aprì nel lontano 1889). Gli interni sono meravigliosi, tra secessionismo, barocco e liberty: gli affreschi evocano singolari scene sessuali. Uno dei frequentatori storici fu Ludovico Vittorio d’Asburgo-Lorena, fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria: la sua omosessualità venne tenuta nascosta, tanto che l’uomo venne esiliato dalla città.

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Neuer Markt

È considerato il “quartiere gay” cittadino e vi sono tantissimi locali, per ogni esigenza. Il quartiere è pieno di realtà multiculturali e si accende soprattutto di sera, quando i bar aprono e inizia la festa.

Leopold Museum

Aperto nel 2001, raccoglie la più grande collezione di Egon Schiele al mondo. I fondatori Elisabeth e Rudolf Leopold hanno collezionato più di 5000 opere, tra cui molti capolavori di Klimt e del secessionismo viennese.

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DOVE MANGIARE

Motto

Un ristorante super posh e alla moda, con un menù innovativo e un design avanguardistico. La particolarità? Ha un bar annesso che fa cocktail strepitosi e serate molto divertenti.

Cafè Landtmann

Uno dei tantissimi caffè viennesi (sono meravigliosi, sarebbero da visitare tutti). Questo, meno turistico degli altri, era frequentato da Sigmund Freud e Marlene Dietrich.

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Glacis Beisl

Un locale molto carino, a metà tra trattoria e ristorante. Qui potete assaggiare il cibo della tradizione e, se c’è bel tempo, mangiare nel delizioso giardino esterno: l’atmosfera è intima e raccolta.

Per altre informazioni su Vienna, visitate il sito ufficiale dell’Ente Turismo: troverete eventi, attività e informazioni per passare un weekend magnifico.

 

 

 

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