Un po’, lo confessiamo ci mancava: Luigi Brugnaro, quello delle favole Gender, quello dei Pride come carnevalate, proprio lui, maestro di stile apprezzato oramai in tutto il mondo, come poteva esimersi, da buon rappresentante del Family Day, dall’incarnare la sobrietà, la pacifica morigeratezza, la ragionevolezza e capacità di dialogo (tanto predicate nei vangeli), ossia le virtù che salveranno il mondo (e la città più bella del mondo, of course) dagli eccessi apocalittici dei Gay.
Chapaeu, Sindaco…e pensare che ci sono alcuni che hanno ancora il coraggio di dire che i Pride sono volgari. Grazie, anche oggi ci ha fornito l’ennesima dimostrazione della natura reazionaria e intimamente violenta dei bigotti (che è sempre più delicato di stronzi).
E del linguaggio che un buon padre di famiglia (ovviamente divorziato come vuole la regola non scritta del Family Day) deve utilizzare. Prendiamo nota.
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