Per chi ha iniziato ad avvicinarsi al mondo dei fumetti in questo periodo di "boom" dei manga giapponesi e di riconferma dei comics statunitensi (per non parlare dei fumetti italiani, popolari o alternativi), probabilmente sarà stato difficile notare altre "scuole" e altri stili. Eppure si sta assistendo a un rinnovato interesse anche per la pubblicazione di opere provenienti dall’area franco-belga, che vanta una tradizione fumettistica di tutto rispetto (e che, forse, è la zona del mondo in cui il fumetto gode della considerazione più alta, al pari di altre forme d’arte).
Generalmente i fumetti dell’area francofona vengono presentati (in patria come da noi) direttamente in volumi dalla confezione più o meno pregiata, e se hanno successo gli autori proseguono la storia con nuovi capitoli (a cadenza indeterminata). La varietà del panorama fumettistico franco-belga, paragonabile solo a quella giapponese, pur utilizzando proprie convenzioni grafiche e narrative affronta con una certa spontaneità anche temi ancora "scomodi", come la rappresentazione realistica della quotidianità omosessuale: ed è questo il caso di "Diario (1)" di Fabrice Neaud, da qualche anno disponibile anche in italiano.
L’autore non aveva mai fatto fumetti, eppure con questa sua opera prima, presentata al festival di Aungoleme nel 1997, ha vinto il prestigioso premio "Alph Art Coup de Coeur", uno dei più importanti riconoscimenti d’Europa. In realtà "Diario (1)" è un’ opera anomala e coraggiosa sotto diversi punti di vista: in primo luogo perchè è il resoconto a fumetti della reale vita affettiva dell’autore (dal febbraio 1992 al settembre 1993), narrata senza censure o falsi pudori, in secondo luogo perchè lo stile grafico e narrativo è molto personale e anticonformista (fotografico ed "emozionale" al tempo stesso).
Fabrice, nel 1992, è un ragazzo che da poco ha finito l’Accademia di Belle Arti e sbarca il lunario dipingendo quadri religiosi su commissione. All’inizio degli anni novanta, nella sua tipica città di provincia, il punto di ritrovo gay per eccellenza sono i giardini pubblici lungo i bastioni della città, che lui ha iniziato a frequentare da qualche anno. E’ proprio una sera ai giardini che Fabrice incontra Stèphane, un ragazzo come tanti e non particolarmente interessante, ma poichè il cuore opera per vie misteriose, dopo una notte di sesso finisce per innamorarsene. Il rapporto che ne deriva, però, è difficile da inquadrare: Stèphane non vuole legarsi a Fabrice, che pur di non perderlo di vista accetta di incontrarlo senza pretese, sforzandosi di mascherare i suoi sentimenti con la semplice amicizia, anche se sa bene di non essersi mai sentito così innamorato. Le cose non possono continuare così in eterno e, messo di fronte ai sentimenti di Fabrice, Stèphane decide di non vederlo più: il destino li farà reincontrare, ma solo per far giungere questo amore non corrisposto (durato un anno e sette mesi) all’inevitabile epilogo.
Per molta gente il solo dichiarare la propria omosessualità è un problema, tuttavia mettere a nudo il proprio essere in maniera così diretta va ben oltre qualsiasi coming-out: Fabrice è stato capace di trasformare la sua stessa vita in qualcosa capace di arricchire la vita di chiunque voglia leggere la sua storia, e anche solo per questo merita il successo di pubblico e critica che gli è stato tributato.
Ovviamente i suoi diari hanno avuto un seguito e in Francia sono già usciti "Diario (2)" (settembre 1993-dicembre1993) e "Diario (3)" (Dicembre 1993-Agosto1995), che in Italia sono tutt’ora inediti (e lo saranno per chissà quanto tempo ancora, purtroppo…), e che si concludono i maniera più felice del primo volume, anche se l’autore/protagonista sembra essersi affezionato ad una certa vena malinconica, e continua ad affrontare la sua vita in maniera un tantino masochistica e pessimista (ma se non altro lui è il primo a riconoscerlo).
Abbiamo parlato di:
"Diario (1) – (febbraio ’92 – settembre ’93)"
Rasputin!Libri
Lire 20000
Reperibile nelle migliori fumetterie e nelle librerie Babele.
di Valeriano Elfodiluce
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