BRUXELLES – Attenzione ai tatuaggi e ai piercing: se realizzati in condizioni non igieniche possono portare malattie anche gravi, dall’epatite all’Aids, o comunque danni alla salute. A lanciare l’allarme, diretto anzitutto ai giovani, e’ uno studio pubblicato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea, che sottolinea i rischi possibili legati a queste pratiche ormai diffusissime. Gli autori dello studio hanno “analizzato tutti i dati disponibili, per costituire una base di conoscenza comune”. in modo da ottenere una “panoramica dei pericoli”.
L’obiettivo non e’ demonizzare queste pratiche, ma solo mettere in guardia i giovani che le desiderano. ‘Se la gente – ha spiegato il commissario alla Ricerca Philippe Busquin – vuol farsi tatuare o farsi un piercing, vorremmo che lo facesse prendendo tutte le contromisure sanitarie appropriate. Spero che i risultati della ricerca europea sensibilizzeranno il pubblico, incoraggiando i tatuatori professionali a rispettare le condizioni di sicurezza, e spingeranno i le autorita’ competenti in Europa a prendere le misure necessarie”.
I rischi, in effetti, non sono di poco conto: epatite, Hiv (Aids), infezioni batteriche e micosi, orticaria e irritazioni cutanee, o anche melanomi e malattie contagiose e pericolose, sono solo alcuni dei pericoli che si possono correre in mancanza di appropriate misure igieniche. Piu’ della meta’ dei piercing realizzati nell’Unione provocano disturbi che costringono alla consultazione medica, se non addirittura al ricovero e talvolta al decesso: due i casi di morte verificatisi in Europa, dalla fine del 2002, che sarebbero imputabili al piercing.
Non solo, spesso problematica e’ anche la composizione chimica usata per i tatuaggi: i coloranti in alcuni casi contengono vernici usate per le auto o l’inchiostro delle penne. I rimedi stanno anzitutto nell’igiene: “Le norme vigenti in molti dei paesi dell’Ue – spiegano alla Commissione – si limitano a prescrivere misure come l’impiego di guanti e la sterilizzazione degli aghi”. Questo non basta: occorrono, affermano ancora a Bruxelles, delle norme che si occupino del grado di sterilita’ dei materiali e dei pigmenti usati, della loro purezza e della necessita’ di una valutazione dei rischi e della tossicita'”.
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