Probabilmente non otterrò nessuna risposta, ma io ci provo lo stesso.
Da poco più di un mese ho una relazione con un prete, non viviamo nella stessa città, per cui ci si vede poco, nonostante la voglia da parte di entrambi. Appena si può e il primo volo disponibile ci si incontra, per pochi giorni e poi ancora l’attesa. A me non disturba il fatto che lui sia prete anche perchè io lo considero un lavoro come tanti, tanto più che non credo nella chiesa (è un mio pensiero).
Questa relazione sta prendendo una brutta piega, nel senso che ci amiamo e abbiamo voglia di vederci più spesso e di intraprendere una vita un po’ più regolare, per quanto possibile. Ma veniamo alla domanda che cosa devo fare? mollare tutto o tener duro, anche se il solo pensiero di non vederlo mi angoscia. Esiste una risposta?
Aspetto fiducioso
Marzio
Caro Marzio,
perché non dovrei risponderti? Ho trovato la tua lettera simpatica ed interessante.
1) Prima di tutto interessante. Infatti in questi mesi ricevo tante lettere di coppie gay di cui uno è prete. La cosa mi dà molta gioia perché vedo parecchi miei confratelli che cercano di incamminarsi sulla via dell’amore rompendo il tabù di una disumana legge ecclesiastica. Da secoli è ben noto che non c’è alcuna contraddizione tra amore e ministero, ma il Vaticano cerca di impedire che l’amore dei preti venga vissuto alla luce del sole e semina a piene mani pregiudizi e paure. In tal modo costringe molti preti innamorati a lasciare il ministero. Io invece cerco di incoraggiare e di accompagnare quei preti (e sono tanti) che riescono ad unire felicemente amore e ministero. Sai, caro Marzio, quando si ama…si vive meglio e anche la fede si vive più intensamente. Le alte gerarchie cattoliche spesso sono ossessionate dal sesso e quindi fanno di tutto per relegarlo nell’area del peccato.
2) Ma, oltrechè interessante, la tua lettera è anche simpatica perché mi scrivi: ”Questa relazione sta prendendo una brutta piega nel senso che ci amiamo…” Io, in verità, penso che… stia prendendo una “bella piega”!!
Ogni volta che vedo la sincera ricerca di una amore…per me è una…bella piega. Capisco, però, ciò cui tu alludi con questa curiosa espressione. La relazione si fa più profonda e quindi più impegnativa. Tu senti il bisogno di capire se ci sono le basi “reali” per un progetto.
3) Non sono certo io che posso dirti se è bene “mollare tutto o tener duro”. Penso che la risposta potrete darvela solo voi in base ai vostri sentimenti e alla valutazione delle situazioni concrete con cui vi troverete a fare i conti. Mi sembra più che normale che, trascorsi appena due mesi dall’inizio di questa relazione, tu ti trovi di fronte a questi interrogativi. In ogni caso, a mio avviso è molto importante aver fiducia nella propria capacità di realizzare un dialogo corretto con l’altra persona e di prendere le decisioni che ci aiutano a crescere. Sono sicuro che tu e lui saprete, nel tempo, decidere per il meglio.
4) Posso aggiungerti una battuta? Mi scrivi che non credi nella chiesa. Mi sembra di capire che parli della “chiesa ufficiale” con i suoi capi e capetti, con i suoi dogmi e le sue ossessioni. Ancora una volta mi dichiaro d’accordo con te. Anch’io, proprio come prete, non coltivo interessi di questa multinazionale papalina. A me interessa una fede liberatrice che è decisamente una realtà di tutt’altro genere, un altro pianeta.
Comunque vadano per voi le cose in futuro, salutami il “don” con tanta simpatia.
A te un abbraccio pieno di affetto.
don Franco Barbero (franco.barbero@viottoli.it – www.viottoli.it)
di Franco Barbero
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