Per tutte quelle donne di nuova generazione che non la conoscono e che amano uno sport come il tennis; per quelle che l’hanno seguita avvinte dal suo stile e dalla sua tecnica; per quelle che si sono sentite orgogliose di essere lesbiche il giorno in cui lei si dichiarò al mondo intero; per l’esempio che ha dato e che da come donna vincente e impegnata; per tutte noi, ho voglia di ripercorerre la storia di Martina Navratilova "Signora indiscussa del tennis moderno".
Martina, nasce a Praga il 18 ottobre 1956. Conosce il tennis a Ravnice, il paesino in cui si trasferisce con la madre che ha da poco divorziato dal padre. Il primo maestro è l’amato patrigno Mirek Navratil, padre della sua unica sorella, Jana. Mirek le insegna a costruire un gioco d’attacco spettacolare, lo stesso gioco che dall’età di dieci anni la porterà a collezionare un successo dietro l’altro nei tornei giovanili, finché la Primavera di Praga non le creerà una crisi morale talmente profonda da indurla, dopo due anni di gare, a prendere la drammatica decisione di lasciare il suo Paese.
Nel 1973 è la numero uno nelle classifiche nazionali, e in autunno parte per gli Stati Uniti dove parteciperà al primo incontro di una lunga serie contro Chris Evert, già beniamina del pubblico americano. L’America è un paese libero e nel 1975, a diciannove anni, ottiene la Green Card, ovvero il permesso di soggiorno. Comincia il cammino verso una grande carriera sportiva. Nel ’78 vince per la prima volta il torneo di Wimbledon sconfiggendo proprio la Evert. Due giorni dopo quella vittoria, Martina è la nuova numero uno al mondo.
I media le puntarono gli occhi addosso insinuandosi nella relazione che lei aveva con la famosa scrittrice Rita Mae Brown. Fu allora che decise di confessare la sua bisessualità ai giornalisti che la incalzavano. Scelta che pagò a caro prezzo, perché da quel momento gli sponsor iniziarono a snobbarla. Ma tenne duro in attesa di tempi migliori, che non tardarono a arrivare. Gli anni ’80 furono esplosivi!! Martina si fa aiutare da Nancy Lieberman, stella del basket americano, e mette a punto una nuova preparazione atletica: sollevamento pesi, stretching, corsa, esercizi per l’agilità e dieta
appropriata. Nel 1982 vince 15 tornei nel singolo e 14 nel doppio, è record! Nell’83 lo bissa, e per le prima volta vince gli Open Usa; nell’84 la connazionale Helena Sukova le impedisce di realizzare il Grande Slam, vincendo la finale in Australia. Insomma, grandi successi dovuti anche alla splendida rivalità creatasi tra due stili differenti che alimentarono la coppia Navratilova-Evert. Una rivalità che ebbe fine solo nel 1989 con il ritiro dalle competizioni della Evert. Il resto è storia recente: si fa strada una eccezionale Steffi Graf che a colpi da fuoricalsse spiana la strada al suo primo posto nella classifica mondiale. E, come se non bastasse, nel 1991, Martina si trova a dover affrontare la separazione dalla sua compagna Judy Nelson, dopo una storia durata otto anni, che la porterà in tribunale e sulle pagine rosa dei giornali di tutto il mondo.
E’ l’inizio del ritiro. Nel 1994, dopo aver annunciato che quello sarebbe stato l’ultimo anno di gare, partecipa ai tornei a lei più cari. L’ultimo saluto di una regina dello sport ai campi che l’avevano resa una delle tenniste più forti del secolo. Il 15 novembre l’addio.
E oggi? Oggi non si può dire che abbia abbandonato del tutto il tennis: gioca nel World Team Tennis, manifestazione di tennis a squadre che collabora con la Elton John AIDS Foundation; per il "Womens Sports Legends", il circuito delle ex campionesse che ogni anno fa varie tappe negli Stati Uniti spesso legando le gare a iniziative di beneficenza; mentre quest’anno, a
sorpresa, è tornata alle gare da maggio a luglio per giocare quattro eventi del doppio del WTA Tour come preparazione alla stagione del WTT, e a ottobre, per la prima volta in coppia con la Seles, ha giocato al The Toyota Princess Cup 2000 sempre per il circuito WTA. E’ davvero una donna senza età, o forse è più giusto dire: "Un mito vivente".
di jaguar
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