Ciao, ho 26 anni. Ho passato circa 13 anni nella sofferenza e nel rifiuto della mia omosessualità cercando di reprimerla a più non posso dicendomi che posso sfogare i miei istinti "anormali" nel pensiero o nella masturbazione, ma che nella vita vera mi sarei comportato da perfetto eterosessuale… Parlavo di donne, mi piace quella, mi piace quell’altra, ma alla fine non ottenevo nulla per timidezza o per paura. Alla fine dopo questi 13 anni comincio a rassegnarmi ed alla fine accettarmi. Da quando mi sono accettato (un’accettazione sempre travagliata ma fruttuosa) ho vissuto tre meravigliose storie d’amore tutti e tre lunghe ed importanti. Comincio con il "coming out" con i miei amici, e familiari. Non vi racconto lo sconcerto generale, ma in compenso alla fine mi hanno accettato (i miei un po’ meno) e adesso sono più felice. Il mio doppio omo-etero scompariva e il mio lato omosessuale cominciava ad emergere in tutta la sua potenza dopo anni di repressione. Ero entrato in un mondo nuovo in cui potevo essere felice e me stesso. Ma quando cominciai ad essere più sereno ecco che entra in scena la mia eterosessualità che io reputavo falsa e comincia ad urlarmi dentro di poter uscire. Inconsciamente all’inizio la repressi. Poi non ne potetti più e cominciai ad ascoltarlo: mi accorgo che nonostante tutto le donne mi piacciono, guardo il loro fisico, i loro culetti, e non nascondo le mie voglie di toccarle.
Così mi sento di nuovo confuso, molto confuso. Che io sia bisessuale? A me non piace molto la bisessualità a dire la verità perché mi lascia sempre in questo stato così ambiguo. Avrei preferito essere gay. O essere eterosex. Ma non nascondo che il desiderio di andare a letto con una donna è meno frequente che quello di andare con un uomo… E fra tutti i miei sogni io sogno un futuro di convivenza con un uomo, un amore senza fine fino alla morte. Ma essendoci questo mio lato etero posso anche innamorarmi di una donna (è già capitato due volte e con desiderio) e alla fine desiderarla. Non so se mi spiego, ma la donna mi piace da matti come figura femminile, come carattere, come modi di pensare, mentre gli uomini mi piacciono da desiderarli con tutto me stesso e la loro intelligenza, il loro fascino ma soprattutto il calore che loro emanano con le parole e con il proprio corpo… Ora non so più definirmi il mio Io evita sempre la parola "bisessuale" perché la odia. E si inventa tante scuse assurde per ottenere la scappatoia da una realtà… almeno credo.
Grazie
Johnny76
Ciao Johnny,
ho letto volentieri la panoramica evolutiva che fai nell’esposizione delle tue relazioni, con sottile ammirazione ho colto che di queste esperienze oggi ne fai oggetto di riflessione in un continuo lavoro all’interno di te stesso per capire chi sei, cosa vuoi e dove stai andando. Mi riconosco in questo processo e nei dubbi che hai espresso; anche io mi sono ripetutamente chiesto quale fosse la mia identità e, spesso, molte persone che si rivolgono a me sperano e pretendono che sia la scienza, o il professionista esperto, a dare loro una risposta definitiva. Come sai (e anche io) a tue spese, questo processo di ridefinizione di sé dura tutta una vita e, solo il tempo – parallelamente alla crescita consapevole – permetterà l’individuazione personale, sciogliendo dubbi e perplessità per arrivare ad riconoscersi uno stile personale e unico.
Del resto, la tua lettera, mi è sembrata più una voglia di condividere "chi sei" e "dove sei" piuttosto che una richiesta d’aiuto o di un consiglio! Credo che un lavoro con uno psicologo potrebbe esserti utile (ma non necessariamente necessario), esso potrebbe rappresentare per te, uno spazio dove quello che fai e senti può essere condiviso più che confermato, esplorato e compreso più che istituzionalizzato. Anche sulla stessa bisessualità (parziale, se mi permetti, come parziale è l’omosessualità degli eterosessuali) sembrerebbe che le stai dando il giusto spazio, tenendo conto e degli stereotipi che riconosci e delle esperienze sul campo le quali, queste ultime, sono prerogative indispensabili per capire come siamo fatti e diventare adulti.
Sei giovane ma non giovanissimo e, dalle esperienze fatte e dalla capacità di descriverti e raccontarti, mi sembra che sei sulla buona strada per proseguire e andare avanti così come stai già facendo, continuando a cercarti con determinazione, anche coi dubbi e le incertezze che tutto questo comporta. In fondo non hai scelta, puoi solo percorrerla come tutti noi facciamo, per arrivare ad essere ciò che sei e a condividere te stesso con gli altri.
In questo io e quant’altri avranno l’opportunità di incontrarti non possiamo fare altro che ringraziarti di esserci.
In questo momento mi viene una frase, da dentro, che sento di scriverti: "Se ci sei e mi racconti di te anche io esisto e vado avanti un po’ meno solo".
Di cuore,
Leo
di Maurizio Palomba
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