Il rugby è considerato da molti lo sport più sexy del mondo, sia per i corpi scultorei (ma stile “macho”) dei giocatori, sia per il modo in cui questi corpi si toccano in campo. E quando i giocatori fanno un calendario per autofinanziarsi, guarda caso, è sempre un successo.
Ma oggi parliamo di 30 giocatori di rugby nudi in campo, gli uni sugli altri, gli uni contro gli altri. Non si tratta di un sogno erotico, ma del video che ad ottobre ha fatto una squadra universitaria di Girona, in Spagna e che, circa un mese fa, è stato riportato da decine di siti gay in giro per il mondo. Siamo andati a Girona e ne abbiamo parlato con gli Aligues i Aligots (Aquile e poiane), la squadra in questione.
È d’obbligo chiedervi, voi giocate nudi, come si vede nel video?
No. Ad ottobre dovevamo fare un video per promuovere la nostra squadra di rugby universitario, e la realizzatrice del video ci ha proposto di farlo giocando nudi. Volevamo fare qualcosa d’impatto, per farci conoscere, far venire più persone ai nostri tornei, ed aumentare il numero di iscritti al club.
Ci siete riusciti?
Sì. Le iscrizioni erano aperte a tutti, ma abbiamo attratto più ragazze che ragazzi.
Come mai proprio l’idea di essere nudi in campo?
Il “rugby al naturale”, o rugby naturista, esiste già in Nuova Zelanda. Non esiste un campionato vero e proprio, ma squadre che giocano così per divertimento.
Vi siete sentiti a disagio ad essere nudi davanti ai vostri compagni di squadra?
Assolutamente no, ci siamo divertiti tantissimo! Siamo abituati a spogliarci…
Nelle docce e negli spogliatoi?
Non solo. Nel rugby esiste una cosa che si chiama “terzo tempo”, ed è quel momento dopo la partita, in cui la squadra locale invita la squadra ospite a mangiare e bere. Si tratta di vere e proprie feste, dove si canta. Nel mondo universitario, molte di queste canzoni ti incitano a spogliarti e spesso si finisce tutti nudi. Ci si diverte: ragazzi, ma anche ragazze. È una nudità candida, innocente, naturale. Non succede nulla di più, a volte al massimo funge da preliminare.
Dopo la pubblicazione del video, avete avuto qualche problema?
No, e speriamo che rimanga così. Non abbiamo chiesto nessuna autorizzazione per fare le riprese nudi. Lo abbiamo fatto ad un allenamento. Se guardate il video, vedrete che, dietro a noi, ci sono altre persone. Vestite.
Per quanto riguarda il video, vi aspettavate tanto successo?
Ad ottobre, il video era presente solo sui forum delle varie facoltà dentro all’Università di Girona. Verso febbraio-marzo abbiamo scoperto che c’è stato un boom in tutto il mondo. A livello locale non l’ha visto praticamente nessuno, ma la diffusione su pagine, diciamo liberali, è stata mondiale.
Come avete preso il fatto che i vostri corpi possano eccitare persone gay?
Bene. Abbiamo letto diversi commenti in giro, sono divertenti.
Pensate di lanciare la moda del rugby naturista anche in Europa?
Per il momento, per noi, tutto questo è solo un gioco. Sarebbe bello farlo. Ma tenete conto che le riprese erano tutte tra compagni di squadra. Giocare con altre persone che non conosciamo potrebbe essere un po’ strano. In ogni caso, se qualche squadra vuole giocare con noi, ci contatti pure: saremo felici di giocare con loro.
State parlando di una partita naturista?
No, l’invito è aperto a tutti.
E se qualcuno vi proponesse di giocare nudi?
Ne parleremo tra noi. Se ce lo propongono, magari si può fare.
Dopo il video naturista, qual’è il prossimo passo? Un calendario per autofinanziarvi?
L’abbiamo già fatto, nel 2006 e 2007 il team maschile, nel 2012 sia la squadra femminile che quella maschile. Ma in mutande, niente di esplicito.
Ecco il video degli Aligues i Aligots (ATTENZIONE: contiene immagini esplicite)
di Dino Geromella
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