“Se una donna trans appare in una pubblicità spingendo un carrello felice perché sta comprando del detersivo – perché sai, tutti sono felici quando comprano il detersivo – a chi importa di che gender sono? Perché dovrebbe essere un problema? Voglio Gap. Voglio Old Navy. Voglio Banana Republic. Voglio lavori commerciali che rendano questo progetto più mainstream possibile“. Così parla Cecilio Asuncion, direttore della Slay Model Management, divisione a Los Angeles del primissimo gruppo di agenzie interamente dedicate al mondo transgender.
La sede principale, Trans Models, è a New York ed è stata fondata nel 2015 da Peche Di, modella e attivista trans di origini tailandesi (è apparsa nella famosa campagna con 17 modelli transgender di Barneys e su Candy Magazine). “Una volta dovevo fare uno shooting per un cliente che non sapeva fossi trans. Quando lo ha scoperto sono stata tagliata via dalla campagna. Mi avevano già pagata ma hanno negato la mia identità, ero molto offesa“, rivela Peche. Quello che fa è spingere le modelle e i modelli (MtF o FtM) con scatti e book, facendo numerosissimi casting, per inserirli in progetti più grandi: moltissimi di questi infatti vengono poi assunti da agenzie più mainstream. I clienti spesso non cercano specificatamente modelli transgender, ma quando li vedono sul set decidono indifferentemente dal genere o dal sesso di prenderli: “Diamo un nuovo elemento, un twist alla loro immagine. È per questo che molti dei miei modelli vanno via dalla mia agenzia e fanno carriera a livelli più alti, perché noi siamo sinceri, autentici con noi stessi e portiamo questo nel lavoro che facciamo“. Un esempio è Laith Ashley, il bellissimo modello finito sulla cover di Attitude che ha ormai una carriera lanciata (GUARDA LE SUE FOTO >).
Garnet Rubio è una delle prime modelle ad essere entrata in agenzia: nella sua città natale (San Antonio, Texas) l’agenzia locale alla quale si era rivolta spingeva per farla posare come un ragazzo. “Quello che invece si aspettano da me alla Trans Models è semplicemente di essere me stessa, niente più e niente meno. È la prima volta nella mia vita in cui sento di poter davvero dire o fare qualcosa senza pensare: ‘Li farò sentire a disagio?‘“.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
bho, era proprio necessario una agenzia specifica? io avrei preferito fossero inseriti in una agenzia come le altre, alla fine serve l'immagine e non casa hanno dentro le mutande. ma va bhe... il fine giustifica i mezzi alla fine