Foto

La vulnerabilità è la forza della nuova generazione queer: intervista al fotografo Igor Pjörrt

I suoi scatti dipingono una generazione, quella dei millennials, che vive un tempo fatto di conquiste già raggiunte, sfide già vinte, ma di difficoltà tutte nuove.

La vulnerabilità è la forza della nuova generazione queer: intervista al fotografo Igor Pjörrt - igor pjorrt - Gay.it
4 min. di lettura

Igor Pjörrt è un giovane fotografo: a scanso di equivoci, il suo cognome tradisce origini calde e portoghesi. Ha soli 20 anni ed è originario di Madera, un arcipelago non molto distante dal Marocco. L’isolamento forzato, dovuto all’infanzia passata con l’oceano intorno, deve aver influenzato i suoi lavori, che sono pervasi da una fragilità cronica, statica e solitaria. I suoi scatti rappresentano la fisiologica evoluzione dell’eredità della grande fotografia queer underground, in un mondo nel quale nulla è più sotterraneo. Dipingono una generazione, quella dei millennials, che vive un tempo fatto di conquiste già raggiunte, sfide già vinte, ma di difficoltà tutte nuove. Abbiamo parlato del senso odierno della fotografia, che vive un momento di accessibilità esasperata, ma anche del destino della gioventù LGBT.

 

Guardando i tuoi bellissimi lavori, si percepisce una sorta di vulnerabilità: credi che i giovani LGBT, spesso ritratti nei tuoi scatti, in questo particolare momento storico siano “indifesi”?

Per noi giovani LGBT la cerchia di amici è uno spazio sicuro, dove la vulnerabilità assume un valore speciale e ci consente di condividere le storie e ascoltarci l’un l’altro. L’esistenza e la rappresentazione di corpi LGBT da soli sfida quest’idea di vulnerabilità che è intrinsecamente debolezza e subito riafferma il potere che abbiamo acquisito dopo anni di persecuzioni e giudizio. Ovunque ci si trovi in questa scala immaginaria, questo fa parte della nostra identità. Ma penso che sia anche necessario spostarsi da questo discorso e parlare di altre storie che riguardano la comunità LGBT, che possono o meno intersecarsi con il tema dell’identità sessuale o di genere, al fine di umanizzare e catturare fedelmente coloro che sono spesso ridotti a essere considerati solo per i loro problemi.

Perché hai iniziato a scattare foto?

È iniziato tutto come qualcosa di molto intuitivo e giocoso, come scrivere un diario. Scattavo spesso mia madre mentre faceva le faccende di casa perché ero spesso senza molto altro da fare. Ripensandoci ora ero davvero entusiasta, perché sentivo di aver trovato un nuovo linguaggio nel quale poter essere molto più eloquente di prima, e avevo molto da dire. Era anche un periodo in cui ero diventato molto consapevole della temporaneità delle cose e della futilità: registrare qualcosa con la mia camera è iniziato a diventare per me una sorta di meccanismo di copia.

I soggetti delle tue foto sono spesso giovani ragazze e ragazze. Sono tuoi amici, fanno parte della tua vita privata o semplicemente posano per te?

Col tempo ho iniziato a sentirmi costretto ad approcciarmi a certe cose che avevo difficoltà a comunicare. È in parte per questo che non sono mai stato molto interessato a fotografare persone che non conosco – le persone sconosciute sono sempre state un soggetto difficile da rappresentare. I sentimenti sui quali ero concentrato erano l’amore e l’amicizia, che condividevo esclusivamente con le persone vicine a me. Quella vicinanza era importante specialmente perché non ho mai avuto una grande cerchia di amici mentre crescevo. Non è mai stata una rappresentazione pensata e programmata dell’universo queer la mia, era più mostrare un quadro intero e più complesso di una semplice binarismo immaginifico. Tutto questo accadeva quando l’età adulta sembrava ancora un concetto astratto e lontano e quando potevo ancora permettermi il privilegio di provare una sorta di sollievo nella malinconia. Credo che noi tutti possiamo percepire i nostri problemi internamente, anche quando li esterniamo in modo vago. Emergono facilmente, soprattutto in momenti particolari.

Come pensi che sia cambiata la rappresentazione dell’universo queer nella fotografia contemporanea rispetto, per esempio, ai lavori di Wolfgang Tillmans e Nan Goldin negli anni ’90?

È diventata molto più in vista abbastanza velocemente, non solo nelle arti figurative ma anche nei media mainstream. È di pochi giorni fa la notizia che l’ultimo anno è stato il migliore di sempre in quanto a rappresentazione dell’universo queer e delle persone nere in TV. Credo che nei lavori di Nan Goldin, per esempio, le persone queer non avessero un particolare interesse nel farsi vedere o nel farsi riconoscere. A prescindere dal contesto underground delle sue foto c’era ancora un livello di spontaneità che raramente vediamo oggi, prezioso nel suo duro realismo e nella sua onestà. Credo che recentemente l’arte queer si sia evoluta in una vena più individualista, confessionale e intimista, e questo non è affatto negativo. Questo propaga nuovi livelli di consapevolezza di sé che sono molto importanti per le minoranze, specialmente per imparare a capire com’è fatto esattamente il sistema che le opprime e come ci si può ribellare.

Cosa pensi dell’accessibilità esasperata, estrema e depersonalizzata del presente alla fotografia, con oggetti come smartphone o mini fotocamere?

Ha indubbiamente incorporato, in un modo radicale, nuove e molteplici dimensioni nelle nostre vite quotidiane. Sono felice di ciò perché a prescindere dal fatto che questo consente una profonda decostruzione della fotografia come media, è anche diventato un modo di rappresentare le nostre identità (o almeno, così sembra). È per questo che è estremo, perché in generale scattare una foto col tuo telefono è per molte persone anche riprendere qualcosa per quello che è. Ma anche se le fotocamere assomigliano molto l’un l’altra, credo che si possano comunque trovare caratteristiche uniche e interessanti in ogni scatto. Questo sembra valere a maggior ragione per quelle persone che sono cresciute senza l’accesso a questo tipo di tecnologia, forse perché non sono così avide quando si tratta di fotografare; quindi quando lo fanno, a prescindere da ciò che stanno catturando, sono estremamente attente. Spero un giorno di poter avere accesso alle foto dagli smartphone di ogni persona in tutto il mondo, soprattutto alle foto che non verranno mai condivise con nessun altro perché ritenute senza senso o troppo private. Ogni volta che ci penso mi vengono in mente foto di infradito, manicure, amanti, tramonti sfocati e selfie impassibili scattati sul treno la mattina. Personalmente, io sono per la seconda opzione.

_www.igorpjorrt.com

_igorpjorrt.tumblr.com

_Instagram

Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.

© Riproduzione riservata.

Partecipa alla
discussione

Per inviare un commento devi essere registrato.

Trending

FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d'uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant - Feud Capote vs. The Swans - Gay.it

FEUD 2: Capote Vs. The Swans arriva su Disney+. La data d’uscita della serie di Ryan Murphy e Gus Van Sant

Serie Tv - Redazione 19.4.24
Omosessualità Animali Gay

Animali gay, smettiamola di citare l’omosessualità in natura come sostegno alle nostre battaglie

Culture - Emanuele Bero 18.4.24
“Specchio specchio delle mie brame”, la sexy gallery social vip tra Bad Bunny, Leto, Scilla, Carta, Camilli e altri - Specchio specchio delle mie brame la sexy gallery social vip - Gay.it

“Specchio specchio delle mie brame”, la sexy gallery social vip tra Bad Bunny, Leto, Scilla, Carta, Camilli e altri

Culture - Redazione 16.4.24
Leo Gullotta e l'amore per Fabio Grossi a Domenica In: "Stiamo insieme da 43 anni, anni rispettosi, affettuosi, amorosi" - Leo Gullotta - Gay.it

Leo Gullotta e l’amore per Fabio Grossi a Domenica In: “Stiamo insieme da 43 anni, anni rispettosi, affettuosi, amorosi”

News - Redazione 15.4.24
free willy, locali gay amsterdam

“Free Willy”, il nuovo locale queer ad Amsterdam dedicato agli amanti del nudismo

News - Redazione 19.4.24
Federico Fashion Style vittima di omofobia in treno. Calci e pugni al grido "fr*cio di merd*" - Federico Fashion Style - Gay.it

Federico Fashion Style vittima di omofobia in treno. Calci e pugni al grido “fr*cio di merd*”

News - Redazione 19.4.24

Leggere fa bene

Gen Z musica dipendenza

La Gen Z è dipendente dalla musica: “È una terapia per il benessere mentale e fisico”. Ma Spotify aumenta le tariffe

Musica - Emanuele Corbo 4.4.24
@valelp

L’amore non è solo per pochi eletti, intervista a Vale LP

Musica - Riccardo Conte 15.12.23
lady oscar genere non binario

Se oggi un millennial riguarda Lady Oscar, che fine fa quel buon padre che voleva un maschietto?

Culture - Emanuele Bero 28.11.23
Arrusi Pigneto Luana Rigolli

San Valentino, a Roma spuntano i ritratti degli arrusi, gli omosessuali confinati dal fascismo alle Isole Tremiti

Culture - Redazione Milano 14.2.24
Lorenzo Zurzolo in una scena di "Prisma" nel ruolo di Daniele - a destra la pagina di People che lo ha inserito tra i più sexy al mondo

Lorenzo Zurzolo tra i più sexy del mondo secondo People

Culture - Gay.it 8.12.23
“Specchio specchio delle mie brame”, la sexy gallery social vip tra Berrettini, Tovey, Mengoni e Timberlake - Specchio Specchio - Gay.it

“Specchio specchio delle mie brame”, la sexy gallery social vip tra Berrettini, Tovey, Mengoni e Timberlake

News - Redazione 28.3.24
arcigay

Chi sono io? Un kit per andare a scuola senza paura

Guide - Redazione Milano 7.11.23
gran-bretagna-giovani-trans

Scozia, 1 giovane trans su 3 non si sente al sicuro negli spazi pubblici

News - Francesca Di Feo 12.4.24