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Sen. Russo (PD): la stepchild è un aggiramento di un reato penale

E' bufera sul Senatore e le sue dichiarazioni di stamani su Facebook

Sen. Russo (PD): la stepchild è un aggiramento di un reato penale - francesco russo facebook base - Gay.it
3 min. di lettura

E’ bufera sul senatore Francesco Russo, del Partito Democratico, che stamani senza mezzi termini sulla sua pagina Facebook spiega il suo convinto no alla stepchild adoption così come è contenuta nel ddl Cirinnà:

Sulla stepchild adoption: si alla possibilità per il partner di adottare il figlio legittimo e naturale in caso di morte. No, invece, alla possibilità che una coppia omossessuale vada all’estero, affitti una donna incubatore per fare un figlio, torni in Italia e sfrutti il ddl Cirinnà per chiedere il riconoscimento. Proprio su questo punto stiamo lavorando al Senato: delineare meglio i paletti che evitino l’aggiramento di una pratica che in Italia è già REATO PENALE. Lo è anche in Francia, Germania e Spagna ma non in altri Paesi.

Max Franco, blogger di Gay.it, gli risponde per le rime: “E come mai se è così indignato dal punto 3 non fa niente per le coppie eterosessuali che da 30 anni hanno la stepchild e di figli all’estero ne hanno fatti tanti e se ne son fatti riconoscere tanti? Fuori dal PD I BIGOTTI! E soprattutto chi fa finta di non sapere e il cui solo scopo è affossare la legge. FUORI! I giudici sono più avanti di voi. Non fatela questa legge se dovete limitare diritti. Meglio la situazione attuale. Meglio delle vostre briciole. Vergognati! Se nel PD c’è gente che la pensa così la tessera è solo da strappare e io in un partito con i bigotti non ci voglio stare”.

Ma è lo stesso direttore di Gay.it, Alessio De Giorgi, a difendere l’operato della testata telematica che lo stesso Senatore, nel post, dice ha compiuto una “operazione vergognosa”:

Egregio Senatore, sono il Direttore di Gay.it
Le rispondo solo al primo punto non perchè sugli altri sia d’accordo con lei ma per per brevità e perchè vedo che in diversi stanno insistendo sugli altri.
L’accostamento tra la sua legittima posizione sulla stepchild e la pedofilia è del tutto fuori luogo. Lei è Senatore della Repubblica ed ha tutto il diritto di avere sue opinioni al riguardo – che non condivido ma che considero legittime – in dissenso con la maggioranza del gruppo parlamentare cui è iscritto. Ma ciò non basta. Lei ha anche il dovere di rendere conto ai suoi elettori di queste sue posizioni, perchè possano conoscerle e valutare in tal senso il suo operato. Noi, come testata giornalistica, abbiamo fatto il nostro lavoro, inserendo in un elenco 36 senatori che sulla stepchild hanno dubbi o sono contrari e rendendole noti al nostro pubblico: di questi, solo 4 erano errati, perchè favorevoli alla stepchild. Voi, come gruppo parlamentare di un Partito al quale peraltro sono convintamente iscritto, avete fatto il resto, amplificando una polemica ed utilizzando toni completamente fuori dalle righe e lontani da quella che dovrebbe essere la vostra cultura politica (mi riferisco, in tal caso, ai 4 senatori che hanno parlato di “squadrismo”).
Veda, Senatore, noi potevamo fare ben altro. Potevamo definirvi “omofobi” o usare termini violenti nei vostri confronti, ma mai ci è passato per l’anticamera del cervello farlo perchè – a differenza di ciò che pensa una parte della comunità gay – riteniamo che avere dubbi sulla stepchild non significhi essere omofobi, ma pensarla diversamente su un tema delicato, difficile, poco conosciuto, su cui una propaganda catto-integralista è stata martelllante ed ha fatto in malafede molta disinformazione.
Le faccio una domanda però vorrei mi rispondesse con sincerità: se le medesime indiscrezioni le avesse date ad esempio Repubblica, come è accaduto in passato, avreste usato gli stessi termini nei confronti del quotidiano nazionale più letto?
Io, ma parlo a titolo personale, non ritengo sia grave che in un grande partito quale è il PD ci possano essere opinioni diverse su un tema, ripeto, nuovo, delicato e difficile. Trovo invece grave che tali opinioni debbano rimanere nelle segrete stanze di Palazzo Madama o nell’urna della votazione sull’articolo 5 e che, quando vengono rese note da un piccolo sito di informazione tematica, si arrivi a parlare di “operazione vergognosa”. Perchè non essere fieri delle proprie opinioni? Perchè non dirle pubblicamente? Perchè non rinunciare al voto segreto e liberamente votare sull’articolo 5 in modo sereno, spiegando bene il proprio no alla stepchild adoption? Questa è democrazia, questa è trasparenza. Questi sono i valori fondanti del nostro Partito.

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