Se il buongiorno si vede dal mattino, la campagna elettorale appena iniziata si preannuncia vivace, non c’è dubbio. A sfidarsi – e questa è una novità, quasi una rivoluzione – non ci saranno più centrosinistra e centrodestra ma due grandi partiti. Anzi, ci saranno un grande partito – il Partito Democratico – e una grande lista comune, che più o meno è un partito – il Popolo della Libertà. Tutti intorno, sia da una parte che dall’altra, una serie di partiti, o formazioni, a contendersi le briciole.
È stato Walter Veltroni il primo ad annunciare la corsa in solitaria del nuovo soggetto politico ufficializzata domenica con il "discorso per l’Italia" pronunciato dal paesino-presepe di Spello e con l’adozione dello slogan Obama-style "Si può fare", intendendo che sì, si può vincere anche senza gli ex alleati.
È stata poi la volta di Silvio Berlusconi che ha annunciato il cartello elettorale fra Forza Italia e Alleanza Nazionale: al grido di "Italia, rialzati" presenterà liste i cui candidati verranno percentualmente dai due partiti.
Grillini: tre gay su dieci dovrebbero votare il centrodestraSarà interessante, con queste nuove condizioni, sapere a chi si rivolgeranno gli aspiranti premier per recuperare il maggior numero di voti possibile. Di sicuro, le elezioni del 13 aprile arrivano dopo una grande delusione da parte di chi sperava nel precedente governo per l’approvazione di una legge sulle Unioni Civili. Naufragata la proposta dei DiCO prima, e caduta insieme al Governo Prodi quella sui CUS dopo, gay e lesbiche di questo Paese sono rimasti, ancora una volta, con un pungo di mosche in mano. Questi delusi continueranno a dare il loro voto al centrosinistra, anzi, al Partito Democratico, o preferiranno cambiare rotta e provare il brivido di un altro governo Berlusconi? È una considerazione non di poco conto: la prospettiva potrebbe cambiare lo scenario.
Per dare i numeri è presto, ma l’on. Franco Grillini, fuoriuscito dai Democratici di Sinistra al momento della costituzione del PD ed oggi esponente del Partito Socialista, prova a fare due calcoli. Su circa tre milioni di gay, lesbiche e transessuali «tre su dieci dovrebbero votare il centrodestra – dice Grillini a La Stampa -, gli altri sette si divideranno tra centrosinistra e radicali.» E proprio i Radicali si stanno mobilitando per costituire un’associazione interna, come lo fu il Fuori! – prima associazione per i diritti lgbt – nel ’72. Si chiamerà Certi Diritti e vedrà la luce il primo marzo nelle sale del Parlamento Europeo.
Arcigay, intanto, fa sapere che l’1 e il 2 marzo terrà la propria Convention Nazionale a Bologna, sede del Pride 2008, e in quell’occasione verranno resi pubblici gli orientamenti dell’associazione rispetto alle elezioni politiche ed amministrative. «Arcigay è la più grande, diffusa, socialmente e politicamente influente associazione nazionale gay italiana – dice il presidente Aurelio Mancuso -. Sarà interessante leggere i programmi di tutti i partiti ed alleanze che concorreranno alle elezioni politiche in modo da permetterci di assumere una posizione chiara rispetto alle loro posizioni.»
Posizioni che per adesso rimangono sconosciute. Fra una settimana sia Berlusconi che Veltroni presenteranno i loro programmi. Quasi sicuramente il PD – che ha già nel proprio statuto un riconoscimento delle coppie di fatto – riporterà alla luce un simil-Cus, proposta che Veltroni non ha mai fatto mistero di apprezzare. A destra ci penseranno quelli di Gaylib ha proporre al Cavaliere un disegno di legge in merito. Vedremo se saranno ascoltati. Se anche il centrodestra, anzi, il Popolo della libertà preannunciasse proposte legislative sul tema delle Unioni sarebbe un’altra importante novità, quasi una rivoluzione.
di Daniele Nardini
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