Riconosciuto, seguito. Per poi accerchiarlo, in 5, insultarlo e picchiarlo. Questo quanto accaduto a Milano questo fine settimana. Erano in cinque contro un ragazzo. Un noto attivista LGBT della città. A denunciare il fatto è stata la pagina Facebook “Rete della conoscenza Milano ” che ha raccontato per filo e per segno cos’è successo.
La pagina titola il loro post: La virilità di un’aggressione cinque contro uno. Un messaggio dai fr*ci piagnoni contro squadrismo e patriarcato.
Non si conosce l’identità della vittima. Ma dal post dedicato parlano di un attivista sempre in prima linea, “esponendosi spesso pubblicamente su temi come l’omotransfobia, l’antifascismo, l’educazione sessuale e la mascolinità tossica“. Da quanto si apprende, i 5 fascisti (come indica la pagina) hanno accerchiato l’attivista. Lo hanno insultato schiacciandogli la testa contro il muro. Continuando a offenderlo, gli hanno detto: “Vediamo se piangi adesso, fr*cio di m*rda“. Solo l’arrivo di alcune auto, in una strada poco illuminata, hanno convinto i 5 a fuggire. Lasciando la loro vittima.
La denuncia su Facebook sull’aggressione a Milano
Nella lunga denuncia social la pagina “Rete della conoscenza Milano” spiega:
Non è la prima volta che un episodio del genere avviene nella Milano aperta e “gay friendly”. Non è la prima volta che chi si espone venga attaccato e chissà perché le aggressioni avvengono lontane dai muri arcobaleno della panchina della fermata della metro di Porta Venezia. Ed ecco che bisognerebbe capire che a nulla serve un quartiere ricco del centro trasformato in vetrina per le nostre identità per poter permettere a qualche sponsor di guadagnarci sopra, se poi nelle periferie o semplicemente a qualche passo dal centro diventa pericoloso camminare da soli di notte.
I quartieri sono sempre più dormitori senza luci e inanimati di notte. Dove la lotta alla socialità a colpi di politiche del decoro ha favorito chi lucra sugli affitti per gli studenti e li ha svuotati dei reali strumenti di “sicurezza”. La possibilità da parte delle comunità dei quartieri di poter vivere le strade, aprendo a meccanismi inclusivi e di tutela collettiva. Rifiutiamo inoltre ogni tentativo di spacciare una maggiore presenza delle forze dell’ordine per le strade come forma di sicurezza. Visto che in anni di indulgenza verso i gruppi fascisti da parte dello stato abbiamo assistito alla loro diffusione e non del loro contenimento. Per non parlare dell’umiliazione che troppe volte rappresenta dover esporre denuncia per aggressioni omotransfobiche (figuriamoci per stupro o molestie). Dove non sempre si viene creduti e il più delle volte bisogna pure sopportare risatine e battute sulla propria sessualità.
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Siamo alle solite : ....una lunga denuncia sui "social".... Ma una sana , stringata denuncia alle forze dell'ordine è stata fatta? Magari accompagnati da un avvocaticchio , per spegnere sul nascere sorrisini o commenti. L'estenzione della Legge Mancino all'omotransfobia , è necessaria ma .... durmientibus jura non succurrunt.
non si conosce il nome della vittima , ne' la denuncia, ma i soliti noti " attivisti "denunciano." ovvero del tipo altra balla x giustificare le parole omofobia e fascismo , tanto evocati ultimamente , guarda caso in TUTTO IL MONDO.FRA POCO si evochera' x l'ennesima volta una legge contro l'omofobia( inesistente).bisogna pur giustificarte le leggi.