TORINO – Gli ultimi fatti di cronaca in tema di Aids dimostrano tristemente, secondo la Lila (Lega italiana per la lotta contro l’ Aids), come "la cultura ipocrita e sessuofoba porti i giovani a correre rischi enormi". La Lila lancia quindi un appello perche’ siano istituiti specifici corsi di istruzione e denuncia in una nota "la politica omicida di disinformazione che ancora oggi viene praticata in Italia".
La Lila fa riferimento ai casi dei ragazzi romani forse infettati per aver avuto rapporti sessuali con la prostituta "Biancaneve" e delle ragazze venete forse contagiate dal Dj sieropositivo. "Ai loro genitori – si legge nella nota – e ai loro insegnanti chiediamo: che cosa dareste oggi affinche’ ieri ci fosse stata un’ informazione chiara, scientifica e senza moralismi? Un’ informazione tesa a rendere consapevoli che nessuno e’ escluso dal rischio Aids e che le categorie a rischio non sono mai esistite, ma solo i comportamenti?".
"La difesa dei giovani – aggiunge la Lila – non passa attraverso la sospensione dalla scuola per aver portato in aula un preservativo come ha fatto il dodicenne di Bressanone, ma nel far entrare in tutte le aule una nuova cultura seria, precisa e non sessuofoba su cio’ che significa avere rapporti sessuali, sulle possibili malattie trasmissibili, su come prevenirle. Lasciando che i ragazzi possano manifestare i propri dubbi confrontandosi con i loro coetanei, ma guidati da esperti".
La Lila si batte per corsi di formazione per studenti, insegnanti, operatori di comunita’, "ma da anni – sottolinea – solo poche istituzioni aprono le loro porte ai volontari, le altre negano l’ accesso adducendo i piu’ svariati motivi". L’ associazione chiede dunque a genitori, istituzioni scolastiche e giovani, "di unire la propria voce affinche’ si abbia finalmente il diritto a un’ informazione che li renda piu’ responsabili e protetti".
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