ALLA CONQUISTA DELLA LAICITÀ

Il 20 settembre 1870 la liberazione di Roma. Ma ancora oggi l'influenza vaticana fa sentire il suo peso contro i gay. Il punto in un convegno sul potere temporale della chiesa.

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ROMA – «Cara Rosina. Entrati oggi alle ore 10 a Roma, dopo un combattimento di cinque ore. Ti scrivo, dunque sono vivo e sto bene. Abbiamo avuto poche perdite ma dolorose. Noi siamo entrati dalla breccia aperta in vicinanza di Porta Salaria dalle nostre artiglierie». La missiva è una delle primissime lettere partite con la posta militare, destinata alla moglie del luogotenente dei carabinieri Giacomo Acqua. E’ il 20 settembre 1870. I bersaglieri entrano in città liberandola dal dominio temporale del Vaticano e il 2 ottobre un plebiscito sanziona l’annessione di Roma e del Lazio al Regno d’Italia. Il 2 novembre Pio IX si dichiara prigioniero, promulga l’enciclica “Respicientes” e scomunica Vittorio Emanuele II definendolo un “re di briganti”.
20 settembre 2003, il Partito Radicale celebra a Roma l’evento che fu sviluppo della moderna storia italiana con una tre giorni di convegni e manifestazioni di piazza. Ma di quella data ne fanno scempio le istituzioni, i mass media, i papalini che azzerano nel silenzio una celebrazione così importante. «La dimenticanza è una scelta, non è accaduta per caso. E il presidente della Repubblica impegnato nell’esercizio (bello) dell’apologia della storia recente d’Italia, anche per rispondere alle scemenze del presidente del Consiglio, ha ritenuto di non far esistere la data del 20 settembre», spiega Marco Pannella. E’ pur storia dei giorni nostri l’aggravarsi oltre il tollerabile del potere e prepotere clericale e fondamentalista della chiesa cattolica contro la laicità dello Stato. Abiure e condanne non vengono lesinate agli omosessuali ora per bocca di Ratzinger, poi per voce di Ruini e su tutto l’imprimatur del Papa. Verrebbe voglia di darsi una scrollatina di spalle ma se leggete bene l’articolo di Giulio Maria Corbelli, Gay: Ruini al contrattacco vi è di che preoccuparsi delle parole che giungono d’Oltretevere.
Per questo le celebrazioni dei radicali, che al silenzio istituzionale oppongono tenacia e voce contro l’illiberismo clericale e le sue banditesche intrusioni verso uno Stato laico, assumono valori libertari da far propri. “No Vatican No Taliban” è lo slogan che ha accompagnato la tre giorni di iniziative anticlericali concluse con un corteo-processione da Porta Pia a Piazza San Pietro. Risoluzioni parlamentari sul Vaticano vengono portate avanti anche in sede europea. In occasione della condanna sul riconoscimento legale delle coppie gay, Maurizio Turco e Sergio Rovasio hanno presentato una denuncia al Procuratore della Repubblica di Roma. Vi è poi l’impegno sull’articolo 51 della Costituzione europea che vìola il principio di laicità dopo la sfrenata pressione da parte delle organizzazioni religiose per una menzione esplicita di “Dio” e delle “radici cristiane”.
Nella tre giorni romana di particolare interesse è stato il convegno internazionale su “Il potere temporale della chiesa cattolica 133 anni dopo”. Alejandro Torres, Ordinario di Diritto Ecclesiastico dello Stato della Universidad de Navarra ha spiegato come la chiesa spagnola non rispetti la legge sull’autofinanziamento, dissanguando lo Stato con privilegi fiscali che garantiscono entrate minime per 135 mila euro. Il cattedratico di Diritto Ecclesiastico Dioniso Llamazares ha posto l’accento sui concordati vigenti tra Stati e Chiesa come un mezzo di privilegi a senso unico. Pepe Rodriguez scrittore e giornalista ha parlato degli abusi sessuali del clero. Secondo Rodriguez 60.750 sacerdoti nel mondo hanno commesso abusi sui minori. Pino Nicotri, giornalista e autore di un libro sul caso Orlandi, la ragazza vaticana scomparsa 20 anni fa, parla di questa story dagli intrighi internazionali. Tra le chicche del libro, una è davvero sorprendente: racconta di un certo Pierluigi Marrone, Magistrato unico della Santa Sede che ai tempi delle rogatorie dei magistrati italiani firma i “non possumus” affossandole. Ma Marrone è anche il capo dell’Ufficio legale del Parlamento italiano: un intollerabile conflitto di interessi, si direbbe oggi. Come se non bastasse, la segretaria del bivalente Marrone è Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. C’è di che impazzire!
Maurizio Turco, presidente degli europarlamentari radicali non è da meno nel racconto delle finanze vaticane. Alla Commissione europea, spiega, non risulta che il sistema bancario, economico e finanziario del Vaticano sia stato oggetto di verifiche da parte di organismi internazionali. Né risulta alcuna legge antiriciclaggio. Caso emblematico quello avvenuto il 14 luglio 2000 allorché le Isole Cayman (conosciute in quanto centro finanziario offshore) sono state sottratte alla Diocesi di Kingston e passate sotto il controllo del cardinale Adam Maida, membro della Commissione di Vigilanza dello Ior. Vi è poi la questione dei prodotti agricoli comunitari che se esportati all’estero godono di aiuti dall’UE. Dal sito del Vaticano viene fuori che sono 3.901 i cittadini che vivono nel piccolo stato ma sono oltre 26 mila le persone che godono di questi aiuti. Un bel miracolo! Anche sul lavoro nero la Commissione europea ha inviato il testo di una denuncia alla Nunziatura apostolica che riguarda 50 cittadini europei di nazionalità italiana che dal 1976 sono addetti alla vendita nel comparto dell’oggettistica. Altro che santità e indulgenze.
E torniamo a Ruini. «La Chiesa – ci spiega il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone – sembra presa da un’autentica ossessione per la sessualità. Quando poi si tratta di omosessualità pare che ogni residuo di amore sia venuto meno dalle parti della Cei. Nei paesi del fondalismo islamico, il peggio accade di venerdì, quando c’è il discorso del mullah: ma qui i mullah del talebanismo vaticano parlano per tutti e sette i giorni, e pure a reti unificate.Quanto alla convenzione europea, quel che davvero interessa alla Chiesa è la salvaguardia e l’estensione degli accordi concordatari, a base di otto per mille e privilegi concreti».
Il mercato delle coscienze non deve essere mutuato dagli Stati e, per i laici deve poter essere chiaro che il bersaglio non è la Chiesa ma le posizioni che assumono i legislatori parlamentari. A far da compagno a Ruini & C. vi è anche il papa Shenuda III, capo della chiesa copta ortodossa che al settimanale egiziano “Al Mussawar” ha dichiarato: «gli omosessuali sono dei viziosi che si vantano delle loro perversioni e per questo è necessario opporsi a loro». Una decina di giorni fa lo stesso aveva detto di essere intenzionato a lanciare una campagna internazionale per lottare contro il “flagello” dell’omosessualità. Sì, forse è l’ora di tornare a scacciare i mercanti dal tempio, conquistare e difendere diritti e laicità.

di Mario Cirrito

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