ANCHE GLI ANIMALI SONO GAY

Viaggio nel mondo animale tra comunità gay, corteggiamenti fra maschi, rapporti occasionali e unioni durature, come quella dei fenicotteri dello stesso sesso che allevano i piccoli.

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Da molto tempo gli scienziati hanno potuto osservare che i comportamenti omosessuali sono comuni in molte specie animali, ma solo di recente è stata studiata in modo approfondito la reale estensione di questo fenomeno. In Italia, già nel 1973, Giorgio Celli ha pubblicato il libro: “L’omosessualità negli animali: l’omosessualità come strumento naturale di difesa contro la sovrappopolazione…”, che è passato per lo più inosservato ed è tuttora pressoché introvabile. Negli ultimi tempi invece il tema è ritornato alla ribalta, comparendo in alcune riviste scientifiche, tanto che anche il programma televisivo italiano “SuperQuark” vi ha dedicato un servizio. In particolare grazie agli studi di Bruce Bagemihl, che ha trascorso dieci anni a rintracciare nella letteratura biologica dati sulla sessualità alternativa e ha pubblicato nel 1999 il libro

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In alcune specie le coppie omosessuali assumono un ruolo particolare nella società, oppure si assicurano una maggior fonte di potere, come le coppie maschili di cigni neri, che riescono a controllare un territorio più vasto rispetto alle altre coppie a cui rubano delle uova accudendo poi i pulcini come genitori modello. Oppure una razza di sterna in cui il 12 per cento dei nidi sono accuditi da sterne lesbiche, le quali accoppiandosi con altri maschi depongono e covano tre o quattro uova mentre la norma per le altre coppie è due.

Uno dei casi più eclatanti in cui si manifesta l’esuberanza sessuale nel regno animale sono le scimmie Bonobo. Ogni membro delle comunità di bonobo ha nella sua vita qualsiasi tipo di rapporto sessuale, l’atto sessuale è qui usato molto di frequente, come gesto di coesione sociale, soprattutto per riappacificarsi in seguito alle frequenti liti che avvengono all’interno dei gruppi molto numerosi formati da queste scimmie.
Attraverso i suoi studi, oltre a raccogliere molti casi interessanti Bagemihl ha potuto notare come questo vasto campo di informazioni sia stato in vari modi soppresso. Alcuni ricercatori si sono astenuti dal pubblicare i loro lavori prima di raggiungere una posizione stabile. I primi studi sui comportamenti omosessuali nei primati sono stati pubblicati più di 75 anni fa, ma non sono praticamente mai stati citati nei successivi testi di primatologia. Uno studio sui comportamenti delle orche che ne descriveva anche i comportamenti omosessuali è stato riutilizzato come documento governativo dalla Commissione Statunitense per i Mammiferi Marini, ma questa parte è stata cancellata. Cercando di attrarre simpatia per gli animali che amano molti scienziati preferiscono glissare sulla loro omosessualità o bisessualità. A dispetto della sua apparente ubiquità questo fenomeno è molto lontano dalla conoscenza comune, perfino da quella della biologia, legata ancora ad un visione della sessualità animale nello stile dell’arca di Noè. Bagemihl ridicolizza le ingegnose spiegazioni con cui molti ricercatori tendono a giustificare i fenomeni omosessuali: è dominazione, espressione di forza, baratto di cibo, errore nel riconoscere il sesso dell’altro, è solo un gioco, un saluto…

C’è da chiedersi come intenderebbero giustificare quegli animali, come i delfini e i porcospini, che si masturbano con degli oggetti e alcuni primati che regolarmente si fabbricano opportuni giocattoli erotici, o al contrario animali celibi, animali che mostrano indifferenza verso la riproduzione o specie in cui il sesso è raro e difficoltoso. Bagemihl formula l’affascinante teoria dell’esuberanza biologica, di cui l’omosessualità è una manifestazione. Con questa intende distaccare l’analisi biologica dall’idea che la riproduzione sia tutto: il piacere sessuale è implicitamente valido e non richiede ulteriori giustificazioni. Sicuramente la riproduzione avviene e deve avvenire perché avvenga la selezione naturale. Ma l’evoluzione è storia, e le forze dell’evoluzione che possono aver operato per produrre una creatura in un certo modo non dirigono necessariamente questa creatura nello stesso modo una volta che è nata. Le forme di vita che hanno successo sono caratterizzate dalla diversità, così che possano sopravvivere ai cambiamenti dell’ambiente. Questa diversità spesso si estende alla sessualità. Così la bisessualità e l’omosessualità non sono caratteristiche di una natura contorta, ma di una natura generosa.

Il contributo di queste scoperte alla causa dell’omosessualità per gli esseri umani ha molti aspetti che meritano discussioni approfondite. Una primo risultato concreto è certamente la conferma che l’omosessualità e la bisessualità non sono comportamenti innaturali o invenzioni umane, anzi, è possibile trovare in natura praticamente qualsiasi variante sessuale e affettiva praticata dall’uomo, oltre ad esempi di come queste possono convivere e contribuire al resto del tessuto sociale.

Biological Exuberance: Animal Homosexuality and Natural Diversity di Bruce Bagemihl, St Martin’s Press, New York (1999)

di Luca Mistrello

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