Andrea è un attivista LGBT che, dopo una protesta al Pride di Budapest, è stato preso di mira dall’estrema destra ungherese.
Una storia terribile che ancora aspetta ancora giustizia, una storia cominciata nell’estate del 2014, quando al Pride di Budapest Andrea Giuliano, classe 1981, italiano (originario di La Spezia) residente in Ungheria, osa fare la parodia di un noto club ultranazionalista di motociclisti per denunciare la crescente omofobia nel Paese. Da quel momento Andrea inizia a ricevere minacce di morte, viene aggredito e scopre di avere addirittura una taglia sulla sua testa.
Da quando il governo ungherese si è rifiutato di identificare i suoi persecutori, Andrea ha deciso di lasciare il Paese in cui viveva ormai da più di 10 anni, e di denunciare lo Stato di Viktor Orbán alla Corte europea di diritti dell’uomo. Ma nonostante l’impegno dell’Unione ungherese per le libertà civili, da Strasburgo non è arrivata ancora alcuna risposta.
A partire dalla salita al potere di Viktor Orban, leader del partito nazionalista Fidesz, l’Ungheria ha vissuto un’impressionante virata a destra. In parallelo all’ascesa di Orban si è assistito infatti anche all’affermazione di gruppi politici ancora più estremi come Jobbik, il “movimento per un’Ungheria migliore” e il movimento “Motociclisti Dal Sentimento Nazionale”, un gruppo nato dall’ex esponente di Jobbik Sandor Jeszenszky e più volte tacciato di neonazismo, razzismo e omofobia.
Repubblica.it ha pubblicato nelle ultime ore un video-ritratto su Andrea e la sua storia.
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Non è che puoi metterti sul carro gay col culo di fuori a fare la checca-parade ovunque...