Arcigay, “il Parlamento UE ha sollecitato l’Italia a fare una legge contro l’OmoTransFobia”

"Dal Parlamento europeo ci giungono analisi e solleciti sul fenomeno dell'omotransfobia che è opportuno che il governo italiano raccolga con molta attenzione", tuona Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.

bandiera lgbt padova
2 min. di lettura

Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, è tornato sulla risoluzione approvata lo scorso 18 dicembre da un’ampia maggioranza del Parlamento europeo (463 i voti a favore), attraverso la quale si esprime condanna nei confronti delle cosiddette “LGBTI free zones” propagandate in Polonia e apprensione per i sempre più frequenti fenomeni di omotransfobia, anche istituzionale, che si registrano negli Stati che compongono l’Unione europea. Italia in testa.

Dal Parlamento europeo ci giungono analisi e solleciti sul fenomeno dell’omotransfobia che è opportuno che il governo italiano, così come gli altri governi degli Stati membri, raccolgano con molta attenzione“, sottolinea Piazzoni, in prima linea affinché il Governo Conte II sposi la legge contro l’omotransfobia  a firma Alessandro Zan attualmente in discussione.

Nelle passate settimane si è avviato nel nostro Parlamento l’iter per la discussione di una legge contro l’omotransfobia: questa risoluzione può rappresentare un contributo importante e concreto a questo percorso. Le cosiddette “lgbti free zones” non sono un mito lontano: durante il passato Governo, il Conte 1, abbiamo toccato con mano, in occasione del Congresso delle Famiglie a Verona, la saldatura oscura tra alcuni partiti italiani e i movimenti che in Polonia reiterano pratiche e discorsi d’odio ai danni delle persone LGBTI. E sappiamo che esiste un network internazionale che organizza questi movimenti, anche nel nostro Paese. Più che legittima quindi la preoccupazione degli euodeputati, che è anche la nostra e che ci auguriamo sia anche quella degli eletti e delle elette del Parlamento italiano.

Nella risoluzione – spiega Roberto Muzzetta, delegato alle politiche internazionali nella segreteria di Arcigay – si affronta in modo esplicito il problema degli attacchi omotransfobici provenienti da politici di Paesi europei che spesso, in modo irresponsabile e spregiudicato, utilizzano un linguaggio violento e discriminatorio per guadagnare facile consenso. La risoluzione, tuttavia, ha un obiettivo chiaro: la proliferazione in Polonia della deprecate “free LGBTI zones”.

Negli ultimi mesi in Polonia attacchi verbali e fisici nei confronti della comunità LGBTI locale sono stati giustificati come un tentativo di resistenza e liberazione della nazione polacca dai dannosi influssi della cosiddetta ideologia LGBTI. È perciò un segnale importante la condanna che il Parlamento europeo ha espresso, con una maggioranza ampia e trasversale, nei confronti di questa deriva, inscrivendola in un contesto generale allarmante e da non sottovalutare. La risoluzione riconosce infatti, nelle premesse, che il fenomeno della violenza omotransfobica purtroppo riguarda tutto il continente e tutti gli ambiti sociali e politici. Questi attacchi, si legge nell’istanza, rappresentano una minaccia seria ai diritti fondamentali nell’Unione europea e vanno di pari passo con gli attacchi rivolti alle donne e alle minoranze. Non solo: essi, assieme alla propaganda xenofoba, contribuiscono a creare un clima insicuro per tutti e tutte e in particolare per le persone che si battono per l’affermazione di questi diritti. E ancora: il Parlamento europeo, attraverso questa risoluzione, denuncia l’assenza di un monitoraggio sistematico di questi crimini, e il persistere di rischi e paure legati allo svelamento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, fenomeno che rappresenta un potente deterrente alla denuncia dei crimini.

Il governo Conte bis, almeno a parole, parrebbe essere pronto ad un ampio consenso nei confronti di una legge contro l’omotransfobia, abbracciando voti favorevoli di maggioranza tanto dal PD quanto da LEU e Movimento 5 Stelle.

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bacibaci 28.12.19 - 14:50

I destronzi non l'hanno ancora detto che c'è la lobby gay a Bruxelles, che l'UE pensa ai froci invece che ai lavoratori ed alle famiglie? Prima gli italiani , gay esclusi, i gay se ne vadano sul gommone coi migranti. Alla fine per la destra è così.

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