Si è aperto ieri a Torino il XVI Congresso nazionale di Arcigay, la più importante associazione lgbti italiana che domani eleggerà le nuove cariche sociali.
Ad accogliere i 156 delegat*, provenienti da ogni parte d’Italia, è stata la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che si è così rivolta ai presenti: ”Voglio ringraziare sentitamente Arcigay per l’organizzazione del Congresso Nazionale nella nostra Torino, Città in cui come sapete è estremamente alta l’attenzione sulle tematiche LGBT e di lotta contro l’omofobia e la transfobia. Una lotta aspra, come tutte quelle che – sulla stessa falsariga – si pongono come obiettivo quello di mettere in discussione costrutti culturali radicati, che in questi casi prendono la forma di luoghi comuni e timori irrazionali. La Politica e le Istituzioni – inclusa l’Istituzione su cui si fonda la nostra società che è la famiglia, comunque venga intesa – hanno un ruolo dirimente in questo frangente e soltanto la collaborazione di tutte le parti, che adotti come strumenti primari il dialogo, la cultura e l’educazione, possono affrontare in maniera compiuta la sfida per i diritti di tutte e tutti e contro l’omofobia e la transfobia”.
Presente anche l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, che ha dato di fatto il via alle danze. “Lavoriamo insieme per una società che sia più aperta, dove l’amore e la differenza sono un’occasione di arricchimento per tutti“, ha sottolineato la Boldrini. “Uniamo le forze e non arrendiamoci all’odio! Per unire le forze, per superare i distinguo, fare una battaglia di principi che sono vitali per il nostro presente e per il nostro futuro. Vogliamo tutti per i nostri figli una società più libera, aperta, progressista, una società che venga considerata armoniosa, dove la differenza, l’amore, non è altro che un arricchimento per tutti“.
Ricchi applausi per la deputata, accolta con una vera standing ovation e seguita dall’intervento del presidente nazionale uscente, Flavio Romani: “sono particolarmente orgoglioso che quest’anno in particolare i nostri Pride siano stati caratterizzati da un forte sentimento antirazzista, di vicinanza e di appoggio ai rifugiati e a tutte le persone migranti che dopo viaggi estenuanti e pericolosi, e spesso intrisi di violenza, arrivano nel nostro paese e si vedono accolti con altro odio e altra violenza. Sono molto contento che i Pride e che Arcigay rifiuti con forza e fermezza gli slogan vuoti ma pericolosi di chi ripete in continuazione “è finita la pacchia, prima gli italiani” o che conia altri slogan contro le ONG che salvano le vite nel Mediterraneo, definendole in maniera sciocca e sprezzante, e altrettanto pericolosa, come “taxi del mare”. Ebbene, Arcigay si oppone con forza a tutto questo, e spero che riuscirà a farlo con ancora più energia in futuro. Perché è giusto che il nostro orizzonte sia molto più ampio delle sole, pur importantissime, questioni LGBT. La nostra lotta si deve unire e intersecare e fondere con chi lotta contro il razzismo e la xenofobia, con il movimento delle donne, con chi lotta contro tutte le forme di povertà e di precariato, e con chiunque abbia a cuore una società migliore”.
Ha preso parola anche Gabriele Piazzoni, segretario nazionale uscente: “Sui diritti non esistono contratti di governo, o si sta dalla parte dei diritti o si sta contro. Noi non accettiamo ambiguità. I diritti sono un’unica famiglia di valori: va difesa e rivendicata tutta assieme”.
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