Il circolo Mario Mieli aveva lanciato l’allarme “In gioco l’identità del movimento LGBT”. Arcilesbica replica.
L’onda lunga del congresso di Arcilesbica, vinto dalle posizioni Terf ovvero di femminismo radicale transescludente, continua con il botta e risposta tra la nuova segreteria dell’associazione e il circolo Mario Mieli.
Al circolo di cultura omosessuale della Capitale, che nel weekend ha chiesto al movimento LGBT una “reazione politica d’orgoglio” rispetto alle tesi antigpa, binarie e separatiste propugnate dalla mozione vincente “A mali estremi lesbiche estreme”, ha risposto dalla famigerata pagina Facebook di Arcilesbica, Lucia Giansiracusa: “Il congresso di Arcilesbica ha posto con chiarezza alcuni nodi problematici prima taciuti nel movimento: il Mieli vorrebbe farci credere che la pratica dell’utero in affitto e della prostituzione siano un’espressione di autodeterminazione delle donne. L’uso dell’inglese (sex worker) o degli acronimi (gpa) non ha ancora la capacità di far scomparire la realtà materiale dello sfruttamento. Quando il movimento lgbt+ prenderà le distanze dalla tratta degli esseri umani per scopi sessuali o riproduttivi?”.
“Il Circolo Mario Mieli sta cercando di far dimenticare i valori fondanti del movimento lgbt+ a favore di una visione neoliberale della libertà – prosegue la risposta di Giansiracusa – Questo sì è un colpo di mano oscurantista che va contro lo spirito libero del nostro movimento e contro il coraggio della nostra storia”.
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Frasi assurde, fuori da ogni logica. Mi fanno rabbia, tanta rabbia. I valori del movimento lgbt non hanno niente a che fare, anzi sono proprio in antitesi, con questi discorsi proibizionisti, retrogradi. Questa è assurdità allo stato puro, altro che femminismo, altro che valori.