E’ accusato di abusi sessuali, il prete sostenitore di Adinolfi che prima drogava a loro insaputa le sue vittime, per poi violentarle. Don Stefano Segalini dal 31 luglio è agli arresti domiciliari, con l’accusa di violenza sessuale aggravata e procurato stato di incapacità. Già trasferito dalla sua chiesa a un centro per sacerdoti in difficoltà dal vescovo di Piacenza, don Segalini era il parroco di San Giuseppe Operaio, una delle chiese più frequentate di Piacenza. A quanto pare, molti dei frequentatori erano giovani ragazzi appena maggiorenni.
Dopo essere stato trasferito in un centro specializzato, erano partite le indagini della Squadra Mobile dopo le denunce, che ha portato all’ordine di arresti domiciliari. Ma don Segalini era molto conosciuto. Oltre alla sua fama per aver gestito una chiesa molto frequentata, si spendeva con costanza e grande impegno nel portare avanti campagne omofobe e contro il gender.
Da Adinolfi ai convegni sulla famiglia tradizionale: l’omofobia di don Segalini
Un sacerdote di sani principi, don Segalini.
Difatti, tra un rapporto con ragazzo con consenzienti e l’altro, in vista delle elezioni politiche di marzo 2018, aveva firmato l’appello in cui dichiarava di sostenere il Popolo della Famiglia alle votazioni. Nel 2016, aveva partecipato a un convegno della sua chiesa sulla teologia del corpo, volto a combattere “l’attacco alle realtà naturali e alla dimensione famigliare“. Adinolfiano doc, aveva poi partecipato nel 2015 a un incontro organizzato dallo stesso partito intitolato “Voglio la mamma“, riguardante appunto la famiglia formata da madre e padre.
Lo scorso anno, invece, era stato presente alla Grande Festa della Famiglia, il cui tema era “L’amore, quello vero, non esiste più?“. Naturalmente, non poteva assolutamente accettare l’amore tra due persone dello stesso sesso.
E Adinolfi che dice?
Mario Adinolfi si è subito prestato a parlare dell’arresto di don Segalini. Ha prima specificato che le vittime erano solo ragazzi maggiorenni (come se fosse meno grave), omettendo invece il sostegno del parroco al suo partito. Ha poi parlato di “sacerdoti gay”, definendo come un male della Chiesa da sconfiggere.
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