L’America è sotto il fuoco ripetuto di attacchi aerei. La situazione è paradossale, sembra tratta dai peggiori fumetti post-atomici di fantascienza: i massimi edifici-simbolo del potere statunitense sono colpiti ripetutamente. Due aerei si abbattono sulle Torri Gemelle, quel World Trade Center simbolo del potere capitalistico dell’America. La seconda crolla dopo un’ora di agonia. Contro di essa si era schiantato, diciotto minuti dopo l’impatto di un primo aereo contro l’altra torre, un Boeing 737 in volo di linea della American Airlines proveniente da Boston, probabilmente dirottato. Pare sia giunta una rivendiazione da parte del Fronte di Liberazione della Palestina, poi smentita.
Poco dopo, ancora esplosioni: al centro del mirino prima il Pentagono, sede del ministero della difesa, edificio simbolo, quindi, del potere militare statunitense.
Gli Stati Uniti sono precipitati improvvisamente nel caos: la straordinarità dell’evento ha indotto il presidente degli Stati Uniti George Bush a interrompere tutti i suoi appuntamenti in agenda e rivolgersi alla nazione in un messaggio televisivo: "È un apparente attentato terroristico", ha detto Bush: Aggiungendo: "Il terrorismo non pagherà". Intanto è stata rinviata l’apertura della borsa di New York. Le autorità hanno ordinato l’evacuazione di Wall Street e della Casa Bianca.
Non ci sono ancora bilanci delle vittime e dei feriti, che presumibilmente saranno drammatiche. Nelle torri gemelle lavorano qualche migliaio di persone (pare circa 25.000). Anche se il secondo schianto si è avuto 18 minuti dopo il primo, è difficile che si sia riuscito ad evacuare in tempo tutta la zona.
Non si può non pensare che, se non ci fossero stati questi attentati, stasera si sarebbe docuto tenere il tanto atteso incontro tra Peres e Arafat, che avrebbe potuto portare qualche speranza nel difficile cammino verso la pace in Medio Oriente.
Lo staff di Gay.it si unisce alle voci che nelle ultime 24 ore hanno espresso dolore e rammarico per i gravi fatti, ed porgiamo le nostre condoglianze ai parenti delle vittime.
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