Per la gioia di Jair Bolsonaro, la corte suprema del Brasile ha finalmente annullato le restrizioni sulle donazioni di sangue da parte di gay e bisessuali. Sette su 11 giudici della Corte Federale Suprema di Brasilia hanno scritto la parola fine al divieto che fino alla scorsa settimana riguardava gli uomini che avessero fatto sesso con altri uomini nei 12 mesi precedenti alla donazione del sangue. Lo riporta il The Guardian.
In poche settimane, nel pieno di una pandemia e dinanzi ad una chiara urgenza di sangue, anche Australia, USA, Irlanda del Nord e Ungheria avevano alleggerito i propri divieti, abbondantemente discriminatori e omofobi, tagliando la finestra temporale dai 12 ai 3 mesi dall’ultimo rapporto sessuale per gay e bisessuali. La corte di Brasilia ha sottolineato come le limitazioni fossero incostituzionali perché imponevano restrizioni sulla base dell’orientamento sessuale.
“Invece di consentire a queste persone di promuovere il bene attraverso la donazione di sangue, lo Stato limitava indebitamente la solidarietà basandosi sul pregiudizio e sulla discriminazione”, ha tuonato il ministro della Corte suprema Edson Fachin.
Le donazioni di sangue in Italia sono aperte anche ai maschi omosessuali dal 2001, ma ne sono esclusi i soggetti affetti da malattie trasmissibili con la trasfusione o che abbiano un comportamento sessuale abituale e reiterato (promiscuità, occasionalità, rapporti sessuali con scambio di denaro o droga) che li espone ad elevato rischio di contrarre malattie infettive trasmissibili con il sangue. In questi ultimi due casi, l’esclusione riguarda anche persone eterosessuali.
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