Il 2018 non è ancora finito ma in Brasile la conta degli omicidi a sfondo omofobo ha già raggiunto livelli spaventosi.
Oltre 300 persone LGBT, fino ad ogi, sono state uccise in tutto il Paese. Questo significa che a fine anno potrebbe cadere il triste primato raggiunto nel 2017, con 387 morti, ovvero quasi 50 in più rispetto ai 343 del 2016. Passano gli anni, purtroppo, ma l’omofobia lascia sulle strade del Paese sudamericano sempre più sangue, corpi senza vita.
Dal 1° gennaio alla scorsa settimana sono stati registrati 713 crimini omofobi in tutto il Brasile, secondo quanto riportato da Grupo Gay da Bahia. Colpa anche di una classe politica che da troppo tempo alimenta paura e odio. Jair Bolsonaro, esponente della destra brasiliana, ha pubblicamente ammesso che preferirebbe un figlio morto, piuttosto che un figlio omosessuale. Nel 2015 chiese che gli ospedali non raccogliessero ‘sangue omosessuale’, per poi paragonare i gay ai pedofili.
Nel marzo scorso l’omicidio della consigliera lesbica Marielle Franco ha causato violente proteste, con migliaia di persone scese in strada al fianco della fidanzata Monica Benicio. Un crimine politico, a detta di molti, che non ha certamente frenato le violenze ai danni delle persone LGBT in tutto il Paese. 95 giorni al 2019, e il contatore dell’omofobia non conosce sosta.
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