Un’adolescente bisessuale si è suicidata dopo essere stata vittima di bullismo omofobo a scuola.
Sophia Santos, 17enne delle Filippine, ha fatto coming out ad inizio anno su Facebook, rivelando la propria bisessualità. Da allora la ragazza è stata vittima di insulti, ridicolizzata per la sua identità di genere. Il 24 gennaio scorso, pochi mesi prima del diploma di scuola superiore, Sophia si è tolta la vita. Sua sorella Czarine ha pubblicato un commovente tributo su Facebook, presto diventato virale:
“Le parole possono uccidere una persona. A tutti gli studenti che hanno maltrattato mia sorella a causa della sua apparenza e del suo orientamento sessuale, auguro di trovare la pace. Avete distrutto la vita di una ragazza. Avete distrutto una famiglia. È stato così difficile pensare a ciò che è successo alla nostra famiglia. Sono passati giorni da quel 24 gennaio 2018. L’ultima interazione che ho avuto con te c’è stata quando ti ho chiesto se stavo bene con i pantaloncini e ho notato il tuo bel taglio di capelli. Abbiamo cantato “hayaan mo sila”, e abbiamo persino riso perché entrambe non conoscevamo il testo. Ora penso a tutte le cose che abbiamo fatto insieme. I ricordi che abbiamo“.
La giovane ha rivolto un pensiero anche alle istituzioni scolastiche, affinché affrontino un problema che esiste, è tra noi e causa danni spesso irreversibili.
“Questo è un post di sensibilizzazione per tutti quelli che fanno bullismo a scuola, indipendentemente dal fatto che siano scuole pubbliche o private, cattoliche o meno, è un problema che esiste“.
Immancabile il saluto finale all’adorata sorella: “Mia carissima Sophia, sei bellissima e noi tutti ti amiamo, qualunque cosa tu possa diventare e chiunque tu sia. Mi mancherai per sempre e non dimenticherò mai i tuoi occhi e i tuoi sorrisi. Che tu possa riposare in pace, ti amo“.
L’anno scorso uno studio ha rivelato come uno su quattro ragazzi LGBT d’America abbia pensato al suicidio. In una ricerca pubblicata dal Journal of American Medical Association (JAMA), è emerso come gli studenti gay, lesbiche e bisessuali delle scuole superiori degli Stati Uniti corrano un rischio di suicidio molto più alto rispetto agli eterosessuali. Utilizzando i dati del National Youth Risk Survey del 2015, è venuto alla luce che il 40% dei giovani LGBQ interpellati ha preso seriamente in considerazione il suicidio, il 35% l’ha programmato e il 25% l’ha provato. Numeri mostruosamente più elevati rispetto agli adolescenti eterosessuali, dove il 15% ha confessato di aver preso in considerazione il suicidio, il 12% di averlo programmato e il 6% di averlo tentato.
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Grazie per aver condiviso questa storia, ma penso sia importante non confondere identità di genere e orientamento sessuale :)