Prima dichiarazione ufficiale del ministro delle Pari Opportunità sui temi delle unioni civili fra coppie dello stesso sesso. Non molto sorprendente a dire la verità, ma qualcosa (di piccolo) si muove. Mara Carfagna, in un’intervista al quotidiano La Repubblica a proposito del matrimonio conferma la sua posizione: «Sono contraria. Io non ho pregiudizi, ma non possono pretendere di essere famiglie». «L’idea di famiglia – sottolinea – viene da una tradizione religiosa, e io ho fede anche se cerco di essere laica come ministro, viene dalla costituzione, dal diritto civile e naturale: è composta da un uomo e una donna che si uniscono per dare vita a figli per proseguire la specie».
E poi la piccola consolazione che dovrebbe arrivare dal diritto privato: «Trovo giusto rivendichino diritti civili, trovo giusto che chi è stato assieme una vita possa subentrare nell’affitto, andare a trovare il compagno in ospedale. La famiglia però è un’altra cosa». Quindi per il ministro niente leggi, «Penso – dice – solo a contratti privati».
«Le mie priorità – spiega – sono: aiutare le famiglie a fare più figli, con sussidi, creazioni di asili sul modello francese. Aiutare le donne sul lavoro perché abbiano stipendi uguali ai colleghi, perché riescano a conciliare famiglia e carriera».
Ironico il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso: «Mara Carfagna, essendo ancora un ministro in rodaggio, evidentemente non conosce l’ordinamento italiano che ritiene i contratti privatistici senza alcuna efficacia nei confronti della pubblica amministrazione». «Al ministro vogliamo indicare, come abbiamo già fatto con tutte le sue colleghe del passato – dice Mancuso – i punti su cui è necessario che una legge intervenga: eredità; reversibilità della pensione; obbligo di assistenza morale e materiale; assistenza sanitaria, permesso di assistenza ospedaliera e nel caso di incapacità del partner possibilità di prendere decisioni sulla sua salute; assistenza penitenziaria; contratto di locazione e diritto di permanenza nell’abitazione comune nel caso di morte di uno dei contraenti; permesso di soggiorno per il partner extracomunitario; regime patrimoniale della coppia; congedi lavorativi per motivi di assistenza sanitaria; partner inabile o malato terminale; esoneri e dispense relative al servizio militare volontario; tutele partner più debole in caso di separazione». Tutto ciò, secondo Mancuso, sarebbe «un buon punto di partenza, in sostanza un compromesso, rispetto alla nostra volontà di ottenere parità di diritti e di doveri».
Riguardo, invece, alla violenza omofobica, Mara Carfagna si dice disponibile ad integrare il disegno di legge sulle molestie reiterate e sulla violenza, ad aggiungere l’orientamento sessuale come aggravante, al pari delle motivazioni religiose e razziali. «La mia idea – spiega il ministro – è di aggiungere il motivo di orientamento sessuale al decreto legge del ’93 che prevede l’aggravante se la violenza è compiuta per motivi di razza o religione».
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