Carlo Gabardini: Lettera ai Parlamentari della Repubblica Italiana

"Votate la legge sulle unioni civili senza giochi sulla pelle delle persone LGBT"

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Riceviamo e volentieri rilanciamo la lettera dell’attore e comico Carlo Gabardini ai Parlamentari:

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Egregio membro del Parlamento della Repubblica Italiana,

sta per andare a votare una legge di importanza storica che riguarda direttamente e precisamente la possibilità di essere felici per almeno 3 milioni di persone (dati Istat 2011): il cosiddetto ddl Cirinnà. È una legge che questo Paese attende da decenni e che ogni volta che sta per arrivare in porto viene affondata sotto l’attacco trasversale di argomentazioni che hanno pochissimo, se non nulla, a che fare con la legge stessa. Credo sia il modo peggiore per poter prendere una decisione serenamente. Siete di fronte a un compito arduo. Però una cosa la invidio, a lei come ai suoi colleghi: può fare la Storia ed esserne orgoglioso per sempre.

Sono un cittadino italiano battezzato, comunicato, cresimato e provengo da una famiglia cattolica; conosco bene tutte le obiezioni, i dubbi, le domande della coscienza che toccano una persona di fede su tutto ciò che concerne l’omosessualità. Non sto qui ora ad elencarle, non già perché non le reputi comprensibili e legittime, ma perché qualunque esse siano, non possono né devono riguardare le leggi dello Stato.

Credo che nessuno, nemmeno se profondamente cattolico, vorrebbe che i precetti religiosi diventassero norme del codice, nessuno troverebbe giusto essere multato da un messo comunale se commette atti impuri in casa propria, nessuno troverebbe saggio essere trascinato in galera se beccato a praticare sesso non a fini procreativi o essere amputato di una mano se scoperto a rubare. A chi potrebbe apparire una buona idea imporre la quaresima per legge? Art.1: Chiunque durante i 40 giorni che precedono la Santa Pasqua venga sorpreso in possesso di un maritozzo (o analogo dolciume ipercalorico) sarà passibile di arresto rischiando una detenzione di minimo anni 3 oltre all’ammenda di 1 milione di euro.

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Lo Stato italiano è laico, infatti lei ha giurato sulla Costituzione e non sulla Bibbia. Ma laico non significa che sia contro la Chiesa, vuol semplicemente dire che non si schiera su questioni religiose, perché i suoi cittadini possono avere qualunque credenza, indifferentemente, e quindi va benissimo che chi ha fede si faccia le proprie regole, ma quelle regole valgono solo per la sua comunità, chi ci sta, chi è d’accordo, e non si possono imporre a tutto lo Stato perché esso, appunto, è laico, di tutti. È lo stesso motivo per cui il signor Maroni, se decidesse di unirsi ai Testimoni di Geova, potrebbe tranquillamente professarsi contrario alle trasfusioni di sangue e rimarrebbe il mio governatore in quanto legittimamente eletto dai lombardi, però non sarebbe accettabile che scrivesse sul Pirellone “Le trasfusioni sono il maligno” o ‪#‎NoTrasfusioni‬, perché è evidente a tutti che in quell’istante smetterebbe di rappresentare la collettività. Semplificando ulteriormente, se Roberto Maroni avesse scritto “Forza Juve” credo che oggi il grattacielo Pirelli non sarebbe più lì, abbattuto all’istante da tifosi di fede diversa.

La terrificante cronaca attuale almeno una cosa ce l’ha insegnata: quelli che vogliono abbattere la democrazia per imporre uno Stato religioso basato sulla propria interpretazione delle Scritture, già esistono e si sono riuniti sotto il nome di Isis. A nessuno, spero, appare questa come un’opzione auspicabile. Io non penso che chi a suo tempo ha votato a favore del divorzio si debba sentire un cattivo cattolico o smettere di andare a messa, mentre può liberamente scegliere di non usufruire mai di questo istituto che ha giustamente concesso alla totalità degli italiani; italiani che, a loro volta, hanno tutto il diritto di interrogare la propria coscienza e decidere di rimanere sposati per tutta la vita per non contravvenire a un precetto della religione in cui credono.Però lungi da me il voler circoscrivere la decisione che lei deve prendere a una questione soltanto religiosa. Lei deve legittimamente interrogare la sua coscienza e la sua intelligenza per chiedersi se questa legge possa danneggiare gli italiani che rappresenta.

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Fughiamo i dubbi sulla Costituzione e l’utilità di occuparsi ora di questa materia: è la Corte Costituzionale stessa che ha espressamente chiesto al Parlamento di approvare in tempi rapidi una legge che preveda una forma di convivenza registrata per le coppie dello stesso sesso, la quale, come ci spiegano i giuristi, “deve consistere in una disciplina robusta, completa e priva di sbavature sotto il profilo dell’uguaglianza con i diritti e i doveri già previsti per la coppia eterosessuale coniugata”. Nel 2015 anche la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per non prevedere alcuna forma di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. Quindi, che ci sia un buco legislativo che va certamente risolto, è sotto gli occhi di tutti, da moltissimo tempo. Credo che guardare all’estero, ai nostri fratelli, ai nostri cugini, possa essere d’aiuto: non state votando una legge sperimentale, all’avanguardia, mai testata prima. Matrimoni o unioni civili ci sono nella maggior parte dei Paesi occidentali, manchiamo giusto noi e pochi altri; e senza tediarvi ora con l’analisi puntuale caso per caso, direi che possiamo sintetizzare l’indagine con un “Stanno tutti bene”: non ci sono stati disastri, derive poligamiche, sofferenze, mostruosità, bambini maltrattati; non c’è nessun Paese che sia tornato sui suoi passi, pentendosi. Io credo che questa sia una valida rassicurazione per chi, come lei, si sta interrogando giorno e notte sulla giustezza di questa legge.

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Se invece l’unica contrarietà alla Cirinnà fosse l’inserimento della cosiddetta “stepchild adoption”, anche qui serve fare chiarezza. Forse perché non sono mai stato un drago in inglese, ho sempre pensato che dare un nome anglofono a questa norma potesse risultare fuorviante. “Stepchild adoption” non significa adottare un bimbo a step, a passi progressivi; stepchild significa figliastro. Quindi non stiamo parlando di adozione in generale, stiamo parlando unicamente di bambini che già ci sono, che sono italiani, che hanno un solo genitore e che grazie a questa legge verrebbe loro concesso il diritto, se lo desiderano, di averne un secondo. Tutte le speculazioni su ciò che viene orrendamente definito “utero in affitto”, sono false, perché la legge 40 vieta tassativamente in Italia la “gestazione per altri” (pratica peraltro inventata, e usata nel 90% dei casi, per coppie eterosessuali che desiderano ardentemente un figlio e non hanno altro modo di generarlo). Andrebbe ricordato che la “stepchild adoption” è già in vigore in Italia dal 1983 per le coppie eterosessuali, ed è una norma di fondamentale importanza per la tutela dei minori. Paradossalmente, chi si professa difensore della famiglia e dei diritti dei più piccoli, dovrebbe andare in piazza a dire: “Sì alla Cirinnà, solo se c’è ANCHE la stepchild!”, perché senza, si rischierebbe di approvare una legge che si disinteressa del tutto di migliaia di bambini.

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E poi ci siamo noi, milioni di omosessuali italiani, cittadini di questa Repubblica, discriminati dal giorno della sua fondazione. Non ce la facciamo più. Questo continuo centellinare i diritti, concederne alcuni ed essere fermi sul divieto di altri, permettermi di baciare il mio ragazzo ma vietarmi di donare il sangue, lasciarmi amare e convivere con chi voglio ma non permettermi di unirmi ufficialmente a lui per avere, oltre ai diritti, anche i doveri; questo contagocce che dura da sempre è molto, troppo doloroso – oltre che ingiusto – perché sostanzialmente, invece che rassicurarmi, sta lì ogni giorno a ricordarmi che io sono diverso, tollerato ma non incluso, un cittadino di serieB, che però paga le tasse come se giocasse in serieA. Non è che in Italia sia vietato essere sposati fra due donne o due uomini, e nemmeno è fuorilegge che queste coppie vivano assieme con i propri figli, quindi davvero non riesco a capire come questo possa essere ammesso con l’unica limitazione di risolvere la “pratica” all’estero. Anche perché se uno è gay e povero, subisce una doppia discriminazione, e questo è veramente intollerabile oltre che ipocrita.

È evidente a chiunque che l’allargamento dei diritti non può certo e in nessun modo limitare o modificare i diritti già acquisiti della “famiglia eterosessuale”, infatti il suo sentirsi minacciata è francamente incomprensibile. Quanto questa legge sia invece realmente per tutti, senza esclusioni, è altrettanto palese dal fatto che nessuno al mondo, qualunque sia la sua religione, razza o reddito, può prevedere se i suoi figli o i suoi nipoti saranno eterosessuali o no; ecco perché nessuno al mondo dovrebbe essere disinteressato a una società che includa una volta per tutte le lesbiche, gli omosessuali e le persone transessuali; ecco perché questa legge riguarda direttamente 60 milioni di italiani; ecco perché se capiamo che questo non è un derby e che questa legge favorirà tutte le famiglie, finalmente – se mi permette un gioco di parole – ‪#‎cirinnamoreremo‬ gli uni degli altri.

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Egregio membro del Parlamento italiano, sono qui a chiederle di prendere la decisione sulla legge sulle unioni civili, in totale serenità e valutando la realtà dei fatti, senza aderire a giochini politici sulla pelle di milioni di omosessuali italiani. Per fugare qualsiasi dubbio di interferenze e speculazioni d’altra natura, e siccome credo che nessuno debba sentirsi obbligato a votare contro la propria coscienza e ha il diritto di rivendicare la propria scelta, sarebbe largamente auspicabile, oltre che un segnale preciso, che la votazione avvenisse in modo palese, eliminando così gli alibi e le dietrologie del voto segreto. Solo nell’ultima settimana tre coppie di amici e amiche mi hanno comunicato – due di loro fra le lacrime – che prima della fine dell’anno si trasferiranno definitivamente all’estero, perché lì possono sposarsi e si sentono più tutelate.

Mi passi il romanticismo, ma non mi viene in mente un Paese più legato all’Amore dell’Italia e io non vorrei mai essere costretto ad andarmene. Già soffriamo (e paghiamo) moltissimo per la fuga dei cervelli, la fuga dell’amore sarebbe davvero imperdonabile.

Carlo Giuseppe Gabardini

(scritto per Vanity Fair Italia)

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