Una protesta contro le vergognose purghe cecene si è svolta a Londra durante il fine settimana.
Circa 100 persone si sono radunate davanti all’ambasciata russa a Kensington, domenica 27 gennaio, per chiedere a gran voce la fine della persecuzione della comunità LGBTQ nella Repubblica cecena.
All’inizio di questo mese, altre 40 persone LGBT sarebbero state arrestate, con due di queste uccise dalle torture. Quattro le richieste effettuate dai manifestanti: a Theresa May di condannare pubblicamente le atrocità della Cecenia; ai governi d’Europa di dare rifugio alle persone LGBT della Cecenia; alle Nazioni Unite di indagare sulla Russia; alle autorità russe di portare i responsabili davanti alla giustizia.
Oltre ai cartelli di protesta, che tuonavano “l’amore non è un crimine” e “i gay di tutto il mondo si uniscano”, una bandiera arcobaleno ha letteralmente avvolto l’ambasciata russa. La protesta è coincisa con il Giorno della Memoria, per non dimenticare quell’Omocausto che coinvolse migliaia di persone LGBTQ, e che ora parrebbe aver ripreso vita proprio in Cecenia.
Michael Salter-Church, Co-chair di Pride di Londra, ha dichiarato: “A 50 anni dai coraggiosi attivisti che presero posizione a Stonewall, i terrificanti eventi ceceni evidenziano con viva brutalità che la lotta non è finita. Mentre il Regno Unito si concentra sulla Brexit non dobbiamo dimenticare chi ha bisogno del nostro sostegno. Dobbiamo prendere posizione per la nostra comunità in Paesi in cui tutto questo non è possibile, perchè costerebbe loro la vita. Mostriamo al mondo il nostro sostegno ai diritti umani, portandolo fino all’ONU“.
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La serietà di un Movimento si vede proprio da questi atti : da noi , oltre le commemorazioni dei lager nazisti , nessuna delle " nostre " associazioni s 'é fatta sentire contro chi , OGGI, continua la persecuzione agli omosessuali.