La macchina omofoba di Ramzan Kadyrov è ripartita a pieno regime.
Secondo quanto riportato dal giornale russo Novaya Gazeta, in Cecenia sarebbe partita una nuova vergognosa ondata di arresti nei confronti delle persone gay. Igor Kochetkov, membro della principale associazione LGBT russa, ha lanciato l’allarme dalle pagine dell’Associated Press, con decine di uomini e donne considerate gay prese in custodia dalle autorità cecene nel mese di dicembre. Lunedì sarà pubblicato un rapporto più esaustivo.
La notizia ha suscitato non pochi timori all’interno della comunità LGBT internazionale, a poco meno di due anni dalla purga omofoba voluta da Kadyrov nel 2017, con oltre 100 omosessuali arrestati, imprigionati e torturati dalle autorità in veri e propri campi di concentramento. Attraverso il social network russo VKontakte, il tam-tam per far partire i cittadini LGBT ceceni è ufficialmente partito.
In due anni la Russia di Putin non ha mai mosso un dito, contro quello che è stato definito un vero e proprio Omocausto, mentre Kadyrov ha sempre negato ogni accusa, sottolineando come in Cecenia, udite udite, non esistono gay. Nell’agosto scorso, 16 Paesi dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), tra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti ma non l’Italia, hanno firmato una lettera che chiedeva risposte adeguate da parte della Russia nei confronti delle purghe cecene.
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