Esattamente un anno fa il mondo guardava con indignazione all’omocausto esploso in Cecenia.
Decine di uomini considerati gay o bisessuali presi dalle loro case e rinchiusi in autentici lager, torturati se non uccisi, umiliati, fatti sparire, ammazzati dalle stesse famiglie.
Uomini come Maxim Lapunov, che ha trascorso 12 giorni in una cella intrisa di sangue solo perché gay, ma che oggi sta coraggiosamente denunciando pubblicamente quanto accaduto, chiedendo giustizia. Uomini come il cantante pop Zelim Bakaev, scomparso lo scorso agosto durante le retate e da allora mai più visto.
I prigionieri sono stati tenuti in condizioni spaventose: affamati, derisi, picchiati e sottoposti a torture estreme. Le autorità cecene hanno riportato molti di loro alle rispettive famiglie, incitando direttamente i parenti a compiere omicidi d’onore contro i loro figli, fratelli, padri.
Ramzan Kadyrov, leader ceceno, è un omofobo brutale e violento che a malapena nasconde le proprie intenzioni omicide nei confronti delle persone LGBTQ. La Russia di Vladimir Putin ha vergognosamente omesso di condurre indagini reali sugli abusi, tant’è che nessuno è stato assicurato alla giustizia. Anche per questo motivo domani, sabato 7 aprile, i membri di All Out si ritroveranno nelle città di tutto il mondo per onorare i ragazzi assassinati dalle autorità statali cecene.
A Londra il sit-in si terrà al Global Speak Out for Chechnya, mentre in Italia sarà Roma a scendere in strada, tra le 17:00 e le 18:30 di domani, in viale Castro Pretorio, altezza fermata della metro angolo via Gaeta, a pochi passi dall’Ambasciata della Federazione Russa. Si chiederà in modo pacifico e positivo ai leader mondiali di fare pressione sulle autorità russe per avviare un’indagine e mettere fine alla repressione anti-gay.
“Le manifestazioni internazionali per la Cecenia vogliono onorare coloro che sono morti a causa delle persecuzioni, esprimere solidarietà ai sopravvissuti e chiarire alle autorità russe che il mondo non dimentica», dice Yuri Guaiana, Senior Campaigns Manager ad All Out. «Vogliamo mandare un chiaro messaggio che non rimarremo in silenzio finché un’inchiesta imparziale sugli abusi perpetrati in Cecenia non sarà conclusa e i responsabili assicurati alla giustizia”.
Leonardo Monaco, Segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: “E’ trascorso già un anno da quando il giornale russo d’opposizione Novaja Gazeta ha portato a conoscenza dell’opinione pubblica internazionale la realtà del pogrom antigay ceceno. Domani manifesteremo davanti alla diplomazia russa e, idealmente, davanti a tutte le istituzioni e i leader mondiali per chiedere verità e giustizia per l’ennesima violazione dei diritti umani del popolo ceceno che ancora pochi sembrano voler vedere”.
Sebastiano Secci, Presidente del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, afferma: ”A un anno dalle prime notizie degli orrori perpetrati in Cecenia contro centinaia di omosessuali, senza mai un chiarimento da parte delle autorità, manifestiamo di nuovo e con maggior vigore accanto alla comunità lgbt+ russa. Riteniamo, infatti, sia nostro dovere continuare a denunciare alla comunità internazionale questa inaccettabile situazione, ribadendo la necessità che anche il nostro Paese si muova diplomaticamente per la richiesta di informazioni alle autorità russe”.
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