La Senatrice Federica Chiavaroli, imprenditrice abruzzese, classe 1970, è stata eletta in questa legislatura per il Popolo della Libertà ed è passata in quello di AP (quello dove stanno i senatori dell’NCD) nel 2013. Relatrice dell’ultima finanziaria, è diventata da poco meno di un mese Sottosegretaria al Ministero della giustizia. L’abbiamo sentita per capire cosa realisticamente ci si può aspettare dal partito nel quale milita, ora che il maxi emendamento – che uscirà presumibilmente domattina – dovrà avere anche il vaglio dell’NCD di Angelino Alfano, per essere approvato.
La sua è la prima intervista che facciamo ad una esponente del suo partito. In questo momento il pallino è in qualche modo in mano vostra, dopo che il gruppo PD al Senato ha dato l’ok all’ipotesi del maxi emendamento su cui mettere il voto di fiducia. Voi avete una riunione questa sera come gruppo, giusto?
Si, alle 19.30
Che posizioni ci saranno in campo? Cosa ci possiamo aspettare da questa riunione?
Dal punto di vista generale, io credo che abbia prevalso il buon senso alla fine. Dentro questa legge che anche noi riteniamo debba essere fatta, perché siamo favorevoli al riconoscimento dei diritti, c’era purtroppo un tema divisivo non solo del Parlamento, ma anche del paese che era quello della stepchild adoption. Io credo che, siccome occorre usare il buon senso nelle cose, noi facciamo una legge alla quale il paese è pronto e che trova un largo consenso nel Parlamento, che poi altro non dovrebbe essere che lo specchio del paese. Io credo quindi che ciò che sta accadendo è un fatto positivo.
La preoccupazione più grossa nella nostra comunità, preso atto che al momento per la stepchild purtroppo pare non ci sia più speranza, è che vengano toccate altre parti della legge. Quale è l’orientamento del vostro gruppo?
La nostra richiesta continua ad essere quella di non equiparare il nuovo istituto al matrimonio almeno formalmente, ma non perché noi vogliamo svuotarne il contenuto. Anche all’interno del nostro gruppo ormai è matura l’accettazione e la condivisione del riconoscimento di una serie di diritti discendenti dall’unione, come la reversibilità della pensione: ormai queste sono cose acquisite anche al nostro interno. Io stessa ero alla Commissione Bilancio del Senato, dove abbiamo fatto una attenta valutazione dei costi, per quanto possibile con dei numeri che sono delle stime. Noi non vogliamo svuotare di diritti l’unione: noi non vogliamo che si faccia l’equiparazione al matrimonio.
Conseguentemente, in termini di emendamenti, vi “accontentate” degli emendamenti Lumia che andavano già bene al movimento LGBT e che chiariscono questo aspetto a voi così caro, anche per evitare un eventuale diniego del Presidente Mattarella a firmare la legge, o chiedete di più, oltre allo stralcio della stepchild?
Il gruppo deciderà tra poco ed è bene che mi limiti a dire quel che penso io, perché ho a cuore quanto lei che la legge venga approvata. E’ chiaro che noi avremmo voluto fare qualcosa di più, ma Lumia è già un passo in più.
In termini culturali, la vostra posizione è una novità per questo paese, così come lo sarebbe una legge sulle unioni civili approvata da forze di centro e di centro-destra. Questo vi collocherebbe – finalmente, aggiungo -in una dimensione decisamente più europea. Condivide questa mia affermazione?
Le racconto quello che è successo nell’evoluzione del pensiero al nostro interno, che posso testimoniare in prima persona. Noi siamo passati da una posizione nella quale eravamo convinti che bastasse riconoscere diritti individuali, ad una posizione nella quale oggi noi crediamo sia arrivato il momento diritti conseguente all’unione. Da un punto di vista culturale, il passaggio è tutt’altro che banale e riflette quello che è stato fatto nel paese. Questa sarà una buona legge anche perché è la legge alla quale il paese è pronto. Fra qualche tempo il paese sarà disposto a fare qualcosa di diverso, magari.
Conferma che ci saranno anche voti di Forza Italia?
Le posso dire che sono appena andata in una trasmissione televisiva con l’europarlamentare Licia Ronzulli di Forza Italia che ha dichiarato che tutto ciò che dicevo era completamente condivisibile dal suo partito, però l’ostacolo della fiducia al governo per loro è insormontabile. La legge l’avrebbero votata, ma senza la fiducia.
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