Il locale della Milano modaiola e amante del gossip è sotto sequestro da ieri. Le uscite di sicurezza dell’Hollywood non rispettano le norme e il sottoscala in cui di fatto è collocata la famosa discoteca dei vip rischiava di diventare un’enorme braciere in caso di incendio. Chiuso, porte serrate, perché, stando alla perizia della Procura di Milano, se fosse scoppiato un incendio a salvarsi sarebbero state al massimo 112 persone sulle 800 che il locale poteva contenere, ammesso che il sistema di rilevazione antifumo fosse scattato in tempo.
La sotria recente del gossip all’italiana, ma non solo, è passata dalle piste dell’Holywood. Superato il primo rigorosissimo ‘door selector’, ci si trovava immersi nella bolgia, aria condizionata solo nel privè e bottiglie a 150 euro. E chi riusciva ad entrarci, nel privè, aveva ‘l’onore’ di assistere all’harem di Lele Mora, seduto sul suo trono zebrato accerchiato da veline e pettegoli d’alto bordo.
Inevitabile che il pubblico più prestigioso della settimana della
moda, approdato a Milano per le sfilate, passasse dall’Hollywood, così come le star del cinema di passaggio in città: da Bruce Willis a George Clooney. E dove ci sono veline ci sono calciatori: Coco, Vieri, gli Inzaghi e Paolo Maldini hanno tutti saltellato al ritmo della musica dei dj della discoteca.
La settimana dell’Hollywood era scandita da appuntamenti fissi e immancabili: lunedì ‘Pervert’ per gay e trans, martedì ‘Mai al college’ per gli studenti stranieri più esigenti, venerdì ‘Stars and heroes’ a base di modelle, veline e altri protagonisti delle cronache mondane. Per non parlare poi dei tanto chiacchierati bagni delle donne, muniti di specchi che permettevano di sbirciare direttamente in quelli degli uomini.
Gli stessi bagni nei quali, come sta scritto negli atti dell’inchiesta
diventata famosa col nome di Vallettopoli, passava più di qualche grammo di cocaina.
Ed è proprio l’inchiesta del giudice Woodcock che comincia a segnare inevitabilmente il declino del locale. Negli atti dell’inchiesta, le testimonianze e le prove raccolte, l’Hollywood è un leit motiv. Nel sottoscala più famoso dello showbiz si consumavano montagne di coca, qui vennero scattate le foto che ritraevano Barbara Berlusconi con un ragazzo e quelle il cui protagonista era invece il calciatore Gilardino. Tutti scatti che vennero poi usati a scopo di ricatto.
E così, dopo quasi trent’anni di onorata carriera, il locale che ha
scandito le notti brave della ‘Milano da bere’ e che ha contribuito a trasformare Corso Como da zona popolare a cuore della bella vita invidiata da tutta Italia, è tornato ad essere quello che era prima di chiamarsi Hollywood: un sottoscala. E’ la fine di un’epoca?
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