PREMESSA:
Non si può dichiarare, come fa il Direttivo di Arcigay Roma, di voler apportare "precisazioni, rispetto alle affermazioni fatte, che risultano incomplete o false" se non si citano, con nome e cognome, le persone coinvolte nei presunti episodi citati nella replica all’editoriale del Direttore Alessio de Giorgi (candidati inseriti nella lista "Essere Futuro" a loro insaputa). Si rischia di imbrogliare ulteriormente la matassa dei "pare" e dei "si dice". Alimentando sospetti e chiacchiere inutili che non fanno bene a nessuno. Tantomeno ad Arcigay Roma.
I FATTI:
1) La ricerca dei 13 candidati e dei 13 sostituti per la Lista "Essere Futuro" al Congresso svoltosi nella sede Arcigay di Roma non è avvenuta attraverso social network ma attraverso telefonate, contatti diretti (lettere, e-mail) ed incontri. A fronte delle disponibilità ricevute è stata compilata e depositata, presso la segreteria di Arcigay Roma, dal sottoscritto e da Matteo Proromo, una lista contenente i nomi, i cognomi e i numeri di Tessera (comunicati dai diretti interessati) dei soci che avevano manifestato la propria disponibilità ad essere candidati in attesa di apporre le firme in calce per rendere valida la stessa lista entro il termine ultimo di presentazione fissato. Ovvero entro l’inizio del lavori del Congresso.
2) Social network, e-mail ed sms sono stati utilizzati per rendere pubblico il sostegno di alcuni attivisti e soci, compreso quello del sottoscritto, alla mozione "Essere Futuro" ed alla candidatura di Patanè e di Trentini alla Presidenza e alla Segreteria Nazionale di Arcigay per la stessa mozione. Sono stati utilizzati, inoltre, per ricordare le modalità di sottoscrizione delle candidature e per sollecitare, a ridosso della scadenza dei tempi previsti, a confermare la disponibilità e ad apporre la propria firma in calce alla lista depositata (per i candidati ed i sostituti che ancora non lo avevano fatto).
3) L’episodio citato nella nota del Direttivo Arcigay di Roma, relativo alla "genesi" della Lista "Essere Futuro" e al socio che si è trovato inserito nella stessa, con tanto di numero di Tessera, credo faccia riferimento, non essendo indicati nomi e cognomi, alla decisione del Paolo Violi di ritirare la sua candidatura per altro non ancora formalizzata con firma in calce alla lista depositata presso la Segreteria.
Tale episodio è stato ampiamente chiarito, durante il Congresso e al termine dello stesso, dal sottoscritto e da Paolo Violi alla presenza di Riccardo Gottardi che peraltro ha svolto in maniera egregia il ruolo di Garante dell’assemblea congressuale.
A seguito di un legittimo ripensamento, infatti, così come confermato dagli sms che ho ricevuto e che conservo, e così come dichiarato davanti a Gottardi, Paolo Violi comunicava alla Segreteria, prima della chiusura della lista, la propria indisponibilità ad essere candidato e chiedeva di essere cancellato dalla lista depositata in attesa delle firme. Nel redigere la lista è stato lo stesso Paolo Violi ad indicarmi il suo numero di Tessera socio Arcigay e non altri.
Qualora fosse questo il caso a cui fa riferimento la nota del Direttivo di Arcigay Roma invito Paolo Violi a confermare (o meno) quanto da me dichiarato.
Qualora Paolo Violi volesse smentire questa mia versione mi riservo il diritto di replica in altre sedi.
Qualora non fosse questo il caso invito il Direttivo, per amore della verità e della chiarezza, a fare nomi e cognomi degli iscritti coinvolti. Si tratterebbe, effettivamente di un fatto grave. Ma i fatti vanno denunciati con nomi e cognomi. Lo so per esperienza personale in quanto, per il lavoro che svolgo da circa 10 anni, sono incaricato al trattamento dei dati personali (sensibili), nel rispetto della Legge sulla Privacy, di circa 500 mila utenti del servizio di trasporto pubblico del Comune di Roma.
CONCLUSIONI:
Personalmente non conosco né Patanè, né Trentini pur avendo letto da più parti di aver ricevuto "promesse" di future "ricompense" in cambio di sostegno alla loro candidatura. La Storia futura, quella che ancora deve essere scritta, spero potrà dimostrare la natura sincera e priva di secondi fini del mio sostegno alla mozione "Essere futuro".
Ho letto entrambe le mozioni ed ho deciso di sostenere la mozione "Essere futuro" perché mi è sembrata più completa, convincente ed esaustiva e perché ho stima di alcuni dei sottoscrittori romani.
Ritenevo e ritengo che dalla vittoria di questa mozione sarebbe potuta uscir fuori, mantenendo ovviamente gli stessi organismi dirigenti in carica, un’Arcigay Roma più libera e indipendente dal vincolante legame con alcuni partiti politici, primo fra tutti il Partito Democratico (Partito Democratico che ha partecipato in massa al Congresso romano) e avrebbe potuto concretizzarsi un clima di maggiore e reciproca collaborazione tra associazioni, gruppi e movimenti GLBTQI romani.
Aggiungo che Arcigay Roma, per quanto possa essere utile la mia opinione, è da considerarsi, comunque, risorsa e strumento utile a tutto il movimento.
Non ho mai messo in dubbio il regolare svolgimento dei lavori congressuali.
Ho pubblicamente criticato le forme in cui il Congresso stesso si è svolto, il clima che si è "respirato", l’incapacità da parte della maggioranza di gestire il dissenso esasperando i toni e l’atteggiamento arrogante assunto da chi il Congresso romano lo ha ampiamente vinto.
L’utilizzo strumentale del "caso Violi", se a questo caso fa riferimento la nota del Direttivo di Arcigay Roma, è l’ennesima dimostrazione di quanto stia avvenendo: non ci si "accontenta" di vincere. Si cerca di delegittimare l’avversario politico accusandolo di tramare, di fare accordi sottobanco, di cospirare e di violare puntualmente regolamenti e Leggi alimentando, di fatto, la sindrome del "fortino assediato", dell’"attacco alla diligenza" della "presa della Bastiglia". Non contenti di questo, probabilmente perchè non si hanno altri elementi, si alimentano dubbi e sospetti sulla stessa moralità del candidato alla Presidenza nazionale. Conservo gelosamente anche questi sms ricevuti da più parti: perle di trasparenza, di saggezza e di onestà intellettuale.
Cordiali saluti,
Mauro Cioffari
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