Mentre si attende che il 2 settembre prossimo riprendano le sedute della Commissione Giustizia del Senato per discutere e votare gli emendamenti al DDL Cirinnà, oggi è la stessa relatrice della legge ad ammettere che sono in campo alcune ipotesi di modifica al testo attualmente in campo.
“È vero – ha dichiarato Monica Cirinnà a Radio Popolare – si sta lavorando ad ipotesi di modifica, ma non è detto che siano modifiche a ribasso. Accetterò qualche modifica all’art.1 e 3 che invece che citare gli articoli del codice civile” cioè quelli che si riferiscono al matrimonio tra persone eterosessuali “avrà un elenco di diritti”. L’art. 1 della legge, lo ricordiamo, è quello che definisce l’istituto delle unioni civili, mentre l’art.3 è quello che contiene la definizione di quali sono i diritti e i doveri dei due partner. Nella stesura originale, l’art. 3 risolveva la questione definendo che, nel codice civile vigente, alla parola matrimonio veniva associata la locuzione “unioni civili”.
Quell’articolo è poi stato modificato sostituendo questa parte con l’elenco degli articoli del codice civile che si riferiscono alle nozze tra uomo e donna. Adesso, questa ulteriore possibile modifica elimina questi riferimenti per elencare da zero quali diritti sono riconosciuti e quali doveri attribuiti alle coppie dello stesso sesso che scelgono l’istituto delle unioni civili. È un passo nella direzione delle richieste dell’alleato di governo che dall’inizio ha puntato i piedi contro qualsiasi cosa potesse avvicinare le unioni civili al matrimonio. “Nessuna grande riforma si fa chiudendo la porta in faccia a qualcuno”, ha commentato la senatrice Cirinnà.
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