In un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica, Cristina Comencini parla del suo nuovo film, le cui riprese sono in corso in questi giorni a Roma. Prodotto dalla Cattleya e RaiCinema, "Il più bel giorno della mia vita" narra le vicende di una madre, interpretata da Virna Lisi, e i suoi tre figli, Margherita Buy, Luigi Lo Cascio, Sandra Ceccarelli; nel cast anche Marco Baliani, Jean Hughes Anglade e Ricky Tognazzi.
Al centro della nuova fatica della regista un’analisi della soddisfaazione sessuale, prevalentemente quella femminile: «Perché per le generazioni delle nostre madri e delle nonne il sesso coniugale era connesso alla maternità, il piacere fisico non era contemplato. Solo la nostra generazione ha cominciato a inseguire l’amore totale, fisico e sentimentale insieme» ha dichiarato a Repubblica la regista.
Daltronde, l’unico figlio maschio di Irene, la madre interpretata dalla Lisi, non nasconde la propria omosessualità, anche se è un fatto che «la madre ha sempre ignorato o finto di ignorare, perché è qualcosa che sconvolge le sue certezze».
La visione globale delle relazioni e dei matrimoni che emerge da quello che la Comencini svela del film, non è lusinghiero. Le mogli sono spesso incastrate da mariti scelti male, assenti, e solo in alcuni casi e a fatica riescono a liberarsene, senza tuttavia ritrovare altrove la loro serenità. «Nel film – conclude la regista – forse solo la coppia degli omosessuali trova un equilibrio, forse perché paradossalmente non hanno vincoli, la clandestinità a cui li costringono le regole sociali li rafforza». "Le Fate Ignoranti" colpiscono ancora?
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