Roma – «In Parlamento mi sento sola, ma non sono la sola». Inizia così la confessione di Paola Concia che sarà pubblicata sul numero di Gioia in edicola da domani. La deputata è l’unica lesbica dichiarata in Parlamento e, dopo la sconfitta elettorale della sinistra radicale e dei Socialisti è anche l’unica rappresentante che può dare una voce al mondo lgbt in aula. Ma secondo la Concia fra Camera e Senato la percentuale di gay e lesbiche sarebbe tra il 7 e il 10 percento. «Siamo tra il 7 e il 10 per cento. Il Parlamento rispecchia l`Italia, almeno in questo caso».
Ma quando le sichiedono nomi la deputata del PD dice: «Non mi piace la caccia all`omosessuale, il coming out è una scelta personale. Qualcuno mi corteggia? C`è una bella deputata di Forza Italia che mi guarda con insistenza. Le piaccio? Oppure mi detesta? Ah saperlo».
«La paura della diversità sessuale – prosegue la Concia – si scioglie solo con la conoscenza. Se mi avvicino ad una deputata i colleghi si preoccupano della concorrenza e hanno la faccia tosta di farmelo sapere». Non manca una stoccata alla Lega Nord, la forza politica più omofoba dell’emiciclo: «Sono pavidi. Venissero a dirmi di persona, in Parlamento, non sui giornali, che sono culattona, e poi vediamo».
Nell’intervista pubblicata su Gioia, l’onorevole affronta anche il tema dei diritti e in questo caso non risparmia né la destra che secondo la deputata «fa leva sui peggiori istinti e sulle paure irrazionali, accomunando i diversi nella figura del nemico», né la sinistra definita «lo zero assoluto», «è venuta fuori l`omofobia pure nella mia parte politica».
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