L’Italia deve riconoscere le coppie gay. Lo ha stabilito la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha emesso una sentenza di condanna contro il nostro Paese esprimendosi sul ricorso di tre coppie di persone dello stesso sesso che si erano rivolte ai giudici di Strasburgo perché la loro unione venisse riconosciuta.
“La quarta sezione, presieduta dal giudice di designazione italiana Raimondi – scrive l’avvocato Alexander Schuster che ha seguito il caso -, pur riconoscendo che la non estensione del fondamentale diritto al matrimonio rimane una scelta legittima degli Stati, afferma però come non sia più ammissibile lasciare queste coppie nel vuoto normativo. L’Italia è tenuta a introdurre le unioni civili. La decisione è stata adottata all’unanimità“.
“Lo Stato italiano – continua Schuster in un comunicato stampa diffuso su Facebook – è nuovamente condannato per aver violato i diritti umani. Laddove quasi tutto il mondo occidentale considera il matrimonio un diritto fondamentale, l’Italia non riesce nemmeno a quagliare sulle unioni civili”.
QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA
La vicenda risale al 2009 quando, nell’ambito della campagna di Affermazione Civile voluta da Certi Diritti in collaborazione con Rete Lenford, due coppie trentine si videro rifiutare dal sindaco la possibilità di procedere alle pubblicazioni di matrimonio. Le coppie, supportate dall’associazione radicale e dagli avvocati, decisero di rivolgersi al Tribunale che rigettò il ricorso. Interpellata, la Corte d’Appello stabilì che la legge italiana poteva essere ritenuta una violazione della Costituzione e rinviò la questione alla Consulta che, con l’ormai nota sentenza 138/2010 , dichiarò a sua volta che, sebbene non sia incostituzionale riservare il matrimonio alle coppie eterosessuali, le coppie omosessuali hanno il diritto a vedere riconosciute le loro unioni. Sulla base della mancata dichiarazione di incostituzionalità, la Corte d’Appello rigettò il ricorso. Da lì la decisione di rivolgersi a Strasburgo e, finalmente, oggi l’attesa sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che condanna l’Italia.
Mentre in Senato la battaglia sul DDL Cirinnà è tutta aperta e Renzi ha assicurato che la legge sarà approvata entro l’anno , di fatto sancendo l’ennesimo rinvio, ancora una volta un organismo internazionale bacchetta l’Italia per la mancanza di riconoscimento dei diritti delle persone lgbt, nello specifico, delle coppie che vogliono unirsi.
L’Italia è uno degli ultimi paesi d’Europa, in tema di diritti civili, e uno dei nove dell’Unione Europea a non avere approvato alcuna legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso. Una situazione insostenibile per migliaia di coppie e che sul piano politico è ancora più grave alla luce della recente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti e del recente referendum in Irlanda.
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