Condove è un paesino di poco più di 7.500 anime in provincia di Torino. Uno come tanti, nella provincia italiana, dove domenica scorsa si è festeggiata la festa della Repubblica. In piazze c’erano tutti, naturalmente: autorità, forse dell’ordine e semplici cittadini. Tra loro anche il vicesindaco Emiliano Leccese, eletto con una lista civica di centrodestra, a cui è toccato fare un breve discorso per commemorare l’evento.
Per qualche strana ragione, Leccese ha pensato che fossero l’occasione e il luogo giusti per affrontare un tema tornato d’attualità a livello nazionale: i diritti delle coppie gay.
“Come può una società progredire – si è chiesto il vicesindaco davanti ai suoi cittadini – se si nega un principio naturale, come il fatto che il matrimonio si fonda sull’unione tra uomo e donna?”
A denunciare la cosa è stato, tramite il suo blog , Jacopo Suppo, “valsusino doc”, come lui stesso si definisce e “appassionato di politica”, che fa candidamente notare a Leccese come l’articolo 29 della Costituzione, la stessa della Repubblica che si stava in quel momento festeggiando, parli di “società naturale fondata sul matrimonio”, senza specificare orientamento sessuale e genere di chi si sposa.
“Il mio vicesindaco si chiede come può una società progredire se riconosce i matrimoni gay – conclude Jacopo -. Io, che di questa società faccio parte, mi chiedo invece dove crediamo di andare se impediamo alle persone di amarsi”.
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