Contro Padre Pio

Bugie, simulazioni, legami col fascismo, scandali sessuali, sfruttamento della superstizione. Ecco il ritratto terreno del santo di Pietralcina.

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8 min. di lettura

Secondo un sondaggio realizzato da Famiglia Cristiana, quando gli italiani invocano un santo, una volta su tre invocano Padre Pio. Non si rischia di essere tacciati di esagerazione allora se si dice che Padre Pio è un simbolo. Nostro, della Chiesa, dell’Italia, della nostra società. Un simbolo del nostro male, della nostra sciagura, morale e culturale. Della superstizione e del malaffare, della connivenza tra gerarchie ecclesiastiche e potere economico. Tutti elementi che si ritrovano intrecciati nella biografia del veneratissimo santo. La stessa Chiesa, tra l’altro, ha a lungo indagato sull’operato di Padre Pio: negli anni ha inviato ispettori e sospeso più volte il frate dagli incarichi, impedendogli addirittura di celebrare la messa. I rapporti col Vaticano si sono appianati solo quando Pio ha deciso di iniziare a spartire la torta delle donazioni e delle offerte. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul santo più famoso del Novecento.

IL SANTO IMPOSTORE

Il santo di Pietrelcina, a immergersi nei tanti documenti che raccontano la sua vicenda terrena, risulta essere stato una grande messa in scena. Una performance lunga un vita, abilmente ispirata ai grandi modelli dei mistici e dei carismatici cristiani. Stimmate, bilocazione, profezie, lettura del pensiero, profumo di fiori: Padre Pio è stato la sorprendente sopravvivenza di pulsioni medioevali nel cuore del Novecento italiano. Un padre padrone meridionale sufficientemente astuto da portare avanti forme di idolatria e superstizione restando all’interno della Chiesa ufficiale, anche grazie a un contesto sociale poco alfabetizzato e tendenzialmente dedito alla superstizione. Certamente fu anche un grande manipolatore, dai metodi non molto diversi da quelli dei cartomanti e degli operatori esoterici, che nei colloqui riescono spesso a dare l’impressione di sapere tutto del consultante, semplicemente perché dispongono di una certa confidenza con le aspettative dell’utente. Pio suscitò devozione, speranza, adorazione. Un “santo impostore”, come l’ha definito Mario Guarino, autore di una delle biografie non autorizzate più importanti e meglio documentate sulla vita del frate, che sin dalla più tenera età si rivelò incline alla menzogna. Poco dopo essere stato ordinato sacerdote, tanto per dirne una, il giovane Pio, rinchiuso in casa per colpa di uno dei tanti malanni veri o fittizi che nella vita utilizzò per evitare obblighi e incombenze, scrisse delle lettere ai suoi direttori spirituali, lettere appassionate e ispirate, cariche dell’ardore e del travaglio della sua vita interiore. Solo che le lettere risultarono poi esser state copiate, parola per parola, dall’epistolario di Gemma Galgani, una donna di Lucca che aveva ricevuto le stimmate nel 1899.

LE STIMMATE

Se si vuole essere santi tra i poveri, gli umili e gli analfabeti bisogna dar loro prove tangibili. Far vedere, far toccare. Pio questo lo capì molto bene. E infatti centro pulsante del suo culto e del suo personaggio furono le stimmate, le ferite di Cristo. Non è un mistero che il frate fu accusato di procurarsi da sé quelle ferite: furono scoperti ordini fatti in una farmacia locale di acido fenico e altre sostanze caustiche in grado di procurare quel tipo di lesioni. Il frate disse che gli servivano per fare scherzi ai confratelli.

Diversi medici, coevi a Pio e poi anche successivi, come lo psichiatra Luigi Cancrini dell’Università La Sapienza di Roma, hanno tratteggiato il profilo psichiatrico dell’uomo: istrionismo, isteria, disturbi psicotici, ritenendo le sue afflizioni psicologiche assolutamente compatibili con fenomeni di conversione somatica. Insomma le stimmate, per molti medici, Padre Pio se le procurava da sé. Padre Gemelli, grande autorità medica di inizio Novecento e fondatore dell’università Cattolica di Milano, scelto dal Sant’Uffizio per valutare il fenomeno Padre Pio, scrisse:

È un bluff. Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello psicopatico. Quindi, le ferite che ha sul corpo… Fasulle, frutto di un’azione patologica morbosa. Un ammalato si procura le lesioni da sé. Si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti, tipico della patologia isterica.

Come se non bastasse, mentre era in vita, le sante piaghe di Pio diedero origine a un notevole giro economico: il commercio delle pezzuole – apparentemente macchiate dal sangue delle ferite (anche se almeno in parte fu scoperto poi essere sangue di gallina), ma anche dal sacro sputo di Pio – fu uno dei primi sfruttamenti economici della caratura spirituale del santo uomo. Il giro economico fu smascherato e, a seguito dell’indagine, alcuni frati che avevano infranto il voto di povertà furono allontanati da San Giovanni Rotondo.

PAROLA DI SANTO

Le parole di Padre Pio ai fedeli restituiscono bene la personalità dell’uomo: basta fare qualche ricerca per trovarne di meravigliose. Come quel colloquio con una donna del paese, la quale gli domandò: “Padre, ma come fa a non sbagliare mai?”, e Pio rispose: “Sono consigliato da Dio e dall’angelo custode“. E aggiunse che proprio in quel momento, tra loro due, c’era l’angelo, che gli parlava. Al che la donna gli disse: “Padre ma io non lo vedo” e Pio sentenziò: “Tu non hai occhi abbastanza puri”. Sempre la stessa donna in un’altra occasione gli chiese: “Padre ma lei vede anche l’anima?”, e lui: “Io vedo tutto”. Degno di nota poi un altro dialogo con un fedele, il quale durante la confessione ammise: “Padre io non credo che esista l’inferno”, al che il santo rispose: “Figliolo, ci crederai quando ci andrai”.

I FASCISTI VANNO IN PARADISO?

Tra i vari sospetti, Padre Pio può vantare anche quello di aver avuto a che fare con uomini d’affari parecchio controversi, legati alla criminalità e alla massoneria. Perché si sa: per il bene della Chiesa, questo e altro. Quello che sicuramente va detto è che negli anni del fascismo la fama di Padre Pio crebbe vorticosamente. Maria José di Savoia, moglie dell’erede al trono Umberto, si fece fotografare col frate nel 1938, e in quegli stessi anni Padre Pio fu raggiunto da molti altri personaggi importanti, come sovrani e gerarchi fascisti. I rapporti di Padre Pio con il fascismo sono un’altra delle ombre che incombono sulla sua figura: se non si può propriamente dire che fosse un fascista, è provato che strinse accordi con i dirigenti del partito fascista locale. E le prime due biografie sul frate furono pubblicate dalla casa editrice ufficiale del partito fascista. Inoltre nel 1920 Padre Pio, nella piazza di San Giovanni Rotondo, benedisse la bandiera delle prime squadre fasciste della zona. Due mesi dopo, in quella stessa piazza, 14 contadini socialisti furono massacrati dai soldati e un altro centinaio di persone furono ferite: sull’episodio si sofferma bene Guarino nella sua biografia su Padre Pio. Si tratta del cosiddetto massacro di San Giovanni Rotondo, verificatosi in occasione delle elezioni amministrative in cui si contrapponevano i socialisti e i popolari di don Luigi Sturzo, sospettati di complicità con la formazione clerico-fascista degli Arditi di Cristo. Guarino sostiene che Padre Pio si prodigò a farsi garante di questi ultimi, di cui forse faceva parte. Cosa non implausibile, se è vero che all’indomani dell’eccidio, il frate accolse con grande cordialità nel suo convento Giuseppe Caradonna, figura di primo piano del nascente fascismo in quelle zone della Puglia.

GLI SCANDALI SESSUALI 

Nel 1960, Papa Giovanni XXII fu informato del contenuto di alcune registrazioni audio raccolte a San Giovanni Rotondo, in particolare frutto di microfoni posti sotto il letto del santo. Da mesi Papa Roncalli assumeva informazioni sulla cerchia delle donne intorno a Padre Pio, tre in particolari le più assidue frequentatrici: Cleonice Morcaldi, Tina Bellone e Olga Ieci, più una misteriosa contessa. Insomma, dalle registrazioni emergeva con forza il sospetto di contatti sessuali tra il frate e le donne, al punto che i documenti dell’epoca, intercorsi tra le autorità ecclesiastiche hanno toni tragici. Il Papa, il 25 giugno 1960, annotò su quattro foglietti rimasti inediti fino al 2007:

Stamane da mgr Parente, informazioni gravissime circa P.P. e quanto lo concerne a S. Giovanni Rotondo. L’informatore aveva la faccia e il cuore distrutto.

Con la grazia del Signore io mi sento calmo e quasi indifferente come innanzi a una dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia a una soluzione provvidenziale. Mi dispiace di P.P. che ha pur un’anima da salvare, e per cui prego intensamente.

 L’accaduto—cioè la scoperta per mezzo di filmine, si vera sunt quae referentur [se sono vere le cose riferite], dei suoi rapporti intimi e scorretti con le femmine che costituiscono la sua guardia pretoriana sin qui infrangibile intorno alla sua persona— fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente. Nella calma del mio spirito, io umilmente persisto a ritenere che il Signore faciat cum tentatione provandum, e dall’immenso inganno verrà un insegnamento a chiarezza e a salute di molti.

Motivo di tranquillità spirituale per me, e grazia e privilegio inestimabile è il sentirmi personalmente puro da questa contaminazione che da ben 40 anni circa ha intaccato centinaia di migliaia di anime istupidite e sconvolte in proporzioni inverosimili.

SAN GIOVANNI ROTONDO: L’OSPEDALE E LA NUOVA CHIESA

San Giovanni Rotondo è oggi un grande luna park della superstizione. Malati anche gravi e terminali vi si recano, a cercare speranza, a giocarsi l’ultima carta. E Padre Pio ha insegnato alla comunità locale come questi vanno trattati: inginocchiata, scalinata, acqua santa. Tutto ha un prezzo. E poi gli hotel, i gadget, il merchandising. Già Pio aveva posto le basi della grande speculazione idolatra: il frate infatti aveva voluto un sistema di prenotazioni per le confessioni in modo da razionalizzare il flusso dei colloqui. E delle offerte.

San Giovanni Rotondo è il grande centro del culto del santo. Emblema ne sono i due monumenti al trionfo terreno e spirituale di Padre Pio: il suo ospedale – quella Casa Sollievo della Sofferenza, il più grande del Sud Italia – e la nuova chiesa, commissionata a Renzo Piano. Segni manifesti della enorme capacità imprenditoriale di Padre Pio e del fatto che l’irrazionalità apparente del frate nascondesse un’eccezionale razionalità produttiva e lungimirante. Per quanto a tratti un po’ zoppicante, visto che l’ospedale, inaugurato nel 1956, è stato al centro di disavventure finanziarie che hanno costretto il Vaticano a intervenire. Inoltre, il grande complesso sanitario riceve importanti finanziamenti dalla Regione Puglia e alcune indagini recenti hanno cercato di capire se il Vaticano beneficia di questo giro di ingenti somme di denaro. Per non parlare poi dei milioni di euro stanziati per la nuova chiesa, peraltro sorta grazie a concessioni edilizie frutto di deroghe al piano regolatore. Chiesa che ha sollevato polemiche nel 2010 per il suo sfarzo, quando la salma del santo fu esposta nella cripta dal soffitto tutto in oro, realizzato con gli ex voto dei fedeli.

IL MEDIOEVO IN NOI

Oltre a tutte queste responsabilità politiche e sociali del fenomeno in generale, vorremmo chiudere questo excursus sulle responsabilità culturali e perché no spirituali del santo. Padre Pio ha infatti la grande responsabilità di aver posto il suo corpo in primo piano, un corpo – dolorante, desiderante, monetizzante – che offusca o forse addirittura nega la trascendenza, ovvero il mistero che, altri, certo più autorevoli di noi, dicono dovrebbe venir celebrato dalla fede cristiana. Padre Pio ha fatto – e ancora fa – quindi qualcosa di piuttosto simile al “prodigio ecclesiastico” dell’altra grande star del Cattolicesimo novecentesco nonché di questo Giubileo della Misericordia, ovvero Madre Teresa. Dalla vita e dalla parabola spirituale di questi santi moderni sembra chiaro che la grandezza della santità non ha bisogno di rispettare l’etica. Il disegno divino è più grande dell’esperienza morale quotidiana, che quindi può essere tranquillamente violata perché chi incarna questo disegno divino – il santo, il guaritore – è solo a quel disegno più grande (e più vero) che deve fare riferimento. In modo inquietante, sia con Teresa che con Pio, pare che a questo disegno superiore si associ però anche un certo gusto per la monetizzazione: la questione economica deve prevalere su tutto, i soldi e il potere sembrano porsi al di sopra della verità.

Padre Pio occultò il mistero, al suo posto suscitò l’idolatria e cancellò l’idea dell’umanità di Cristo. Già, perché i prodigi di Pio marcarono una distanza incolmabile tra l’uomo e Dio, distanza colmata dal santo, proprio coi suoi miracoli. Pio era speciale, era oracolo, taumaturgo, medium, stregone. Incoraggiava la superstizione, la mitizzazione della sua stessa persona. Ma la Chiesa per questo l’ha abbondantemente perdonato. Il motivo? Prima di morire, nel 1968, il Vaticano fece firmare a Pio due testamenti, coi quali il santo di Pietrelcina ha lasciato tutti i suoi beni mobili ed immobili alla Chiesa, dando così al Vaticano le redini della grande multinazionale da lui fondata.

Jonathan Bazzi

 

LEGGI ANCHE >>> Contro santa Madre Teresa

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Regno Animale 24.9.16 - 23:41

Ognuno di noi avrà le giuste risposte e cerchiamo di vivere nel bene e nel rispetto che ormai su questa Terra c'è solo distruzione e soprattutto tanta sofferenza e solitudine...

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Lolli 24.9.16 - 16:34

Hai ragione ma è necessaria una riflessione sul fenomeno Padre Pio secondo me, perché non è proprio mai stata fatta. Ho trovato un po' inutile e divisivo l'articolo su Madre Teresa, che tutto sommato assisteva i moribondi e non si è mai posta come santa dotata di poteri sovrannaturali. Il fenomeno Padre Pio - che io non capirò mai - è un concentrato di superstizione senza precedenti. Chi vuole approfondire l'argomento non ha proprio modo di farlo, le fonti affidabili sono poche, la tv non parla MAI dei dubbi e delle critiche alla sua persona, e il suo culto - mistero - è esploso parecchi anni dopo la sua morte. Per il resto perfettamente d'accordo con te, l'anticlericalismo da contratto mi annoia.

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Damiano Fasano 23.9.16 - 20:24

E' un articolo inutile a voler esser buoni. Prendere pezzi da wikipedia o dai peggio siti anticlericali e miscelarli senza controllarne le fonti, senza valutarne un minimo la serietà lo sanno fare tutti a quanto pare. Ma ciò non significa che ne venga un articolo decente. probabilmente la lettura degli articoli di daria bignardi non ti ha spiegato nulla - se qualcosa possa mai insegnare -. Se io facessi un articolo prendendo spunto da tutti i libri che ne parlano bene, verrebbe un libro per la santificazione anche di Giulio Andreotti... E poi basta con quest'inutile anticlericalismo becero e fastidioso. Cos'è la risposta all'omofobia della chiesa? atteggiamenti da persone piccole piccole..

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davide 23.9.16 - 15:46

Disgustoso, ma allora perché l hanno fatto santo ? Vuol dire che la chiesa cattolica è ed è sempre stata marcia dalle fondamenta

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Giovanni Di Colere 23.9.16 - 15:23

Egregio Signor Bazzi c'è una scenetta esilarante in un film con una battuta che il Sindaco Peppone, comunista, interpretato a Gino Cervi dice al Parroco, Don Camillo interpretato da Fernandel: "Soprattutto non vi azzardate a raccontarmi un'altra delle vostre stramaledette calunnie sulla vostra Russia, io voglio continuare a credere alla mia!" dal Film: Il Compagno Don Camillo. Ma persino un Papa, Paolo VI, disse la famosa frase "Signore noi crediamo in te, ... noi vogliamo credere in te". La fede è in qualcosa che non solo non si spiega con la ragione o con l'evidenza dei fatti, ma persino in qualcosa che contraddice palesemente o che è contraddetto dai fatti. Le consiglio anche un libro: Epistola a Tiberio di R.C. Miradoli. Un romanzo storico sulla storia del perché è nato il cristianesimo, proprio per il desiderio di qualcosa di irrazionale e di paradossale. Ma senza andare sul letterario o filosofico Lei Signor Bazzi ha sentito le dichiarazione della madre di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio di fronte all'evidenza del DNA che provava che il padre naturale di Bossetti non era suo marito? Lei non ci crede lei non vuole crederlo neanche di fronte alla prova scientifica. Perché crederci sarebbe peggio.

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