Un cittadino svizzero e il suo partner thailandese sono stati fermati nella città di Lucerna nel marzo 2014 da alcuni poliziotti in borghese. Stando alla versione fornita da questi ultimi, i passanti si erano lamentati in precedenza per il comportamento della coppia all’entrata di due negozi.
I funzionari di polizia avevano deciso quindi di sottoporre i due uomini ad un controllo, allo scopo di verificare che non si trattasse di ladri. La coppia, che durante il controllo aveva riportato abrasioni e contusioni, ha denunciato il comportamento dell’agente, sottolineando di non aver nulla da rimproverarsi e di essere stata trattata come criminali.
Convinti di non aver a che fare con veri poliziotti, i due uomini si erano mostrati recalcitranti e la situazione era degenerata. La coppia era stata fatta stendere a terra e poi era stata trasferita in manette al posto di polizia, dove il cittadino thailandese era stato costretto a svestirsi integralmente, mentre uno degli agenti si rivolgeva a lui dandogli più volte del “tu”.
Sia la perquisizione corporea che il tono, troppo familiare, di uno dei poliziotti sono stati giudicati inadeguati nella sentenza dei giudici federali pubblicata ieri. Dopo aver subito il controllo, i due uomini avevano denunciato il comportamento dell’agente, ma il Tribunale cantonale lucernese non ha dato loro ragione. La Corte dovrà ora pronunciarsi in merito ad un eventuale indennizzo.
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Ma è successo in Svizzera o in Russia?