STRASBURGO – Gli eurodeputati Nicola Zingaretti (Ds-Pse), nella foto, e Direttiva 2004/38 a tutti i nuclei familiari, eterosessuali o omosessuali che siano.
«Le disposizioni Ue sul ricongiungimento familiare sono chiare – ha precisato Zingaretti – in quanto definiscono che gli aventi diritto al ricongiungimento familiare siano anche coloro i quali hanno contratto una unione civile ai sensi e per gli effetti dell’ordinamento giuridico della oramai grande maggioranza degli Stati membri. La vicenda prende spunto dal caso di un cittadino italiano che, avendo una relazione attestata con un cittadino neozelandese, si è visto prima accogliere la richiesta di ricongiungimento familiare da parte delle autorità italiane e poi, in seconda istanza, rifiutare la stessa per "ragioni di ordine pubblico".»
«La direttiva del 2004 è incontrovertibile – ha aggiunto l’eurodeputato diessino – perché stabilisce che reiezioni della richiesta di ricongiungimento familiare motivate da giustificazioni estranee al caso individuale o attinenti a ragioni di prevenzione generale non devono essere prese in considerazione. La libera circolazione delle persone deve essere garantita a tutti, come sancito dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che vieta qualsiasi discriminazione, ivi compresa quella fondata sull’orientamento sessuale. Questa è l’ennesima dimostrazione della necessità che l’Italia ha, insieme agli altri Stati membri, di adeguarsi rapidamente alle disposizioni Ue, per garantire l’effettività del diritto comunitario e procedere verso un quadro armonizzato di regole.»
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