Da pochi giorni, il parlamento siciliano ha approvato una legge contro la discriminazione determinata dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, e che istituisce un registro regionale delle unioni civili. Per la prima volta in Italia, il registro è regionale, ed è uno strumento contro la discriminazione per l’accesso dei servizi e delle agevolazioni per le famiglie: alle coppie etero e omosessuali iscritte nel registro la Regione Siciliana riconosce gli stessi diritti delle coppie sposate, relativamente alle materie di propria competenza.
Al registro regionale ci si potrà iscrivere presso il proprio comune di residenza, e a tutti i comuni dell’Isola vengono dati 6 mesi per adeguare i propri regolamenti, allo scopo di tutelare e sostenere le famiglie e le unioni civili iscritte nel registro per la fruizione dei servizi comunali.
Il passaggio successivo, al quale stiamo già lavorando, è l’approvazione del regolamento per l’iscrizione e la cancellazione dal registro.
Si tratta di una legge importante, che contiene una serie di indicazioni e di prescrizioni anti discriminazione nelle materie di pertinenza della Regione: scuola, formazione, sanità, servizi sociali, politiche del lavoro, formazione del personale, comunicazione istituzionale e promozione culturale. Vengono estese le competenze delle Consigliere di parità, e la Regione si impegna a a garantire a ciascuna persona parità di accesso ai servizi pubblici e privati e a riconoscere il diritto all’abitazione delle singole persone e delle famiglie .
L’esito ottenuto è frutto di un lavoro che va avanti dall’inizio della presente legislatura regionale, e affonda le sue radici nella legislazione regionale presente col ddl Apprendi sulle unioni civili (affossato dall’aula).
La legge è la sintesi di tre ddl:
– quello con La Rocca (M5S) come prima firmataria, scritto insieme ad Arcigay Palermo;
– quello con Ferrandelli (PD) primo firmatario, scritto con le associazioni del Coordinamento Palermo Pride in occasione del Pride Nazionale;
– quello con Cracolici (PD) primo firmatario, che riprende il vecchio ddl Apprendi.
L’approvazione della legge, in altre parole, rappresenta il successo di un metodo: un modus operandi che consiste nella collaborazione ampia di tutte le realtà LGBT del territorio, nel confronto continuo, nel tentativo di tenere insieme e di far dialogare due forze politiche poco abituate a confrontarsi e a collaborare (PD e M5S). A patto, naturalmente, di restare equidistanti e imparziali rispetto a interessi e disciplina di partito, e privi di interessi personali.
E’ solo in questo modo che si possono ottenere risultati concreti lavorando tutti insieme, evitando i protagonismi, per il bene comune. E sopratutto continuando a lavorare per anni, senza mai perdere di vista l’obiettivo.
*Daniela Tomasino è consigliera nazionale di Arcigay e consigliera di Arcigay Palermo
di Daniela Tomasino
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.