Ci siamo. Dopo discussioni sulla opportunità o meno di appoggiare un testo sulle unioni civili scritto dal centrodestra quel testo, oggi, sarà depositato alla Camera. Lo hanno sottoscritto una cinquantina di parlamentari del centrodestra e probabilmente altre firme arriveranno dall’opposizione.
Otto articoli in tutto, scritti da Gianfranco Rotondi e Renato Brunetta. Ma come ribadito più volte, non essendo la tutela delle coppie di fatto nel programma del PDL non saranno loro, ministri del governo, a consegnare il testo al presidente della Camera Gianfranco Fini. Se ne occuperanno Lucio Barani, storico socialista di area Craxiana, e Franco De Luca, democristiano di vecchio corso.
Otto articoli, dicevamo. Ci sono i diritti e i doveri dei conviventi, definiti secondo la proposta di legge maggiorenni che convivono da almeno tre anni, che non hanno vincoli di parentela e che non escono da precedenti esperienze matrimoniali (art 2). I divorziati, per dire, sono esclusi. C’è la regolamentazione dell’assistenza in caso di malattia (art.3) e nei casi più gravi come la morte o l’invalidità è previsto il diritto a poter decidere per il convivente (art 4). C’è poi il diritto a subentrare al contratto di affitto (art 5) e a godere della proprietà in caso di morte di uno dei due (art 6).
E in caso di separazione? La proposta regolamenta anche questo, per la prima volta. La parte più debole, e cioè chi non ha mezzi propri di sostentamento, potrà chiederli all’ex compagno.
L’onorevole Paola Concia (PD) continua ad apprezzare lo sforzo degli esponenti del centrodestra ma, nonostante questo, ha deciso di non firmare la proposta. «Perché credo – ha detto la parlamentare lesbica – che questa normativa vada migliorata sensibilmente». «Le proposte di legge che puntano a garantire una tutela alle unioni di fatto sono diverse: solo tre – spiega Concia – le ho presentate io e riguardano tutte le varie tipologie di istituti giuridici. Poi c’e’ questa di De Luca e Barani e un’altra dei Radicali. Credo che serva un confronto per partire da questi provvedimenti e per arrivare ad un testo realmente condiviso e che affronti i problemi concreti della vita delle coppie». «Bisogna aprire insomma – conclude il deputato del Pd – uno spazio di confronto realmente bipartisan per deideologizzare questa materia. Ci vorra’ tempo ma il nostro obiettivo e’ costruire un metodo nuovo di lavoro che porti ad una proposta comune.»
Quella elaborata dal centrodestra sarebbe per Arcigay «una legge sulla pietosa dipartita del caro estinto e sulla sfortuna economica. Nessun sostanziale diritto e dovere alle parti: manca l’obbligo di assistenza morale e materiale, manca il regime patrimoniale degli acquisti fatti in comune, manca la reversibilità della pensione, manca ogni norma sull’eredità.» Ma Aurelio Mancuso, presidente dell’associazione esprime un giudizio ancora più pesante: «Riteniamo grave che l’articolo uno della bozza contenga una indicazione inutile, ideologica e formulata al solo scopo di compiacere le gerarchie vaticane e che vorrebbe obbligare tutti i cittadini italiani a contrarre il matrimonio per essere chiamati famiglia.»
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