Diritti in Cammino, il documento LGBT a sostegno della candidatura di Matteo Renzi a Segretario Nazionale PD

Adozioni, legge contro l'omofobia, stepchild, superamento dell'UNAR e diritti transgender. Il documento dei renziani per il mondo LGBT.

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5 min. di lettura

Oggi 12, marzo, al Lingotto di Torino andrà in scena la terza ed ultima giornata della convention che ha aperto la campagna congressuale di Matteo Renzi. Una scalata al partito e alla sua segreteria nazionale che ha visto ieri andare in scena il mondo LGBT interno al PD, con tanto di documento su “diritti civili e libertà” presentato alla platea.

Siamo cittadine e cittadini, donne e uomini, lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o semplicemente attente ed attenti alle tematiche dei diritti civili, che si riconoscono nella candidatura di Matteo Renzi a Segretario Nazionale del Partito Democratico per le Primarie 2017″.

Così esordiscono gli oltre 50 firmatari, tra i quali spiccano Anna Paola Concia, Alessio De Giorgi, Alessandro Zan e Ivan Scalfarotto, in prima linea nel sottolineare l’importanza dei diritti civili all’interno del dibattito politico nazionale.

Riteniamo che il Partito Democratico debba mantenere vivo al centro dell’agenda politica nazionale il tema dei Diritti, a partire dagli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana che affidano alla Repubblica il compito di “riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” (art. 2) e di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3). Riteniamo, inoltre, che tale impegno debba essere fondamento e guida del nostro impegno politico.
Occuparsi di Diritti Civili significa porsi un obiettivo di crescita per il nostro Paese in quanto implica spogliarsi di quei pregiudizi e stereotipi che etichettano ogni diversità culturale, religiosa, di genere, razza o di orientamento sessuale. Occuparsi di Diritti Civili, inoltre, lo ribadiamo con forza, è parte del processo di modernizzazione del Paese e cartina di tornasole della capacità di superare una politica che su questi temi a sinistra è spesso stata inconcludente, più tesa a battaglie di principio che ad ottenere risultati concreti nella vita delle persone‘.

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Impossibile non ricordare le unioni civili, ottenute dopo mesi di trattative e con la rimozione della stepchild adoption, da recuperare il prima possibile.

La stagione dei Diritti si è aperta ufficialmente col Governo Renzi che in 1000 giorni ha prodotto prima fra tutti per importanza e per tempo di attesa la Legge n. 76/2016 sulle Unioni Civili: un traguardo storico dopo tante promesse a vuoto anche e soprattutto a sinistra, che colma una lacuna discriminatoria durata anni ed è un passo fondamentale per arrivare, come orizzonte condiviso in tutte le democrazie occidentali evolute, al Matrimonio egualitario. L’approccio utilizzato per concretizzare questo risultato va, crediamo, riproposto sulle battaglie che ci attendono: l’unico faro deve essere infatti il desiderio di rispondere con pragmatismo ai bisogni concreti delle persone, evitando però ogni ideologizzazione del tema che irrigidisce le posizioni e rende lontana o inefficace la soluzione dei problemi. Di battaglie di bandiera la storia della sinistra è piena ed occorre anche in questo settore saper andare oltre, come è stato per le unioni civili”.

E tante battaglie bisognerà ancora combattere. Punto per punto, partendo da una necessaria legge contro l’omofobia e dal superamento dell’Unar, nelle ultime settimane finito nella bufera dopo le polemiche innescate da Le Iene.

Primo obiettivo è, tuttavia, consolidare il risultato raggiunto attraverso efficaci politiche attive di contrasto ad ogni forma di discriminazione: proponiamo quindi, come raccomandato dalla UE, il superamento dell’Unar a favore di una Agenzia indipendente per i diritti e le libertà civili che possa monitorare, coordinare sui territori e dare impulso normativo alle riforme a sostegno delle pari opportunità, in alcuni casi, ancora da realizzare, secondo una prospettiva europea, innovativa e trasversale alle competenze di ministeri ed enti territoriali. E’ infatti necessario implementare attività di contrasto alle discriminazioni, specie nei confronti delle persone LGBT più giovani, ed anche sui luoghi di lavoro importando in Italia la cultura del “diversity management”, con politiche attive che vanno riformate grazie al coordinamento dell’Agenzia.
La normativa italiana contro l’odio va totalmente ripensata adeguandola alle sfide della contemporaneità. Da un lato va estesa a tutti gli ambiti di discriminazione e violenza potenziale, includendo quindi l’omofobia e la transfobia. Dall’altro va estesa alle nuove forme di odio che si sviluppano su internet. La libertà di essere se stessi e di vivere liberamente la propria identità sessuale e di genere è un principio fondante del Partito Democratico e della nostra Repubblica: non a caso, in Europa sono più di venti gli Stati che si sono dotati degli strumenti (vere e proprie leggi o tutele antidiscriminatorie) per punire la discriminazione dell’individuo su base sessuale”.

Tasto dolente, perché rimaste fuori dalla legge Cirinnà, le famiglie omogenitoriali, con quei figli ad oggi privi di diritti e certezze.

Riteniamo altresì necessario riconoscere ai figli delle Famiglie Arcobaleno la piena dignità di figli, attraverso la promessa riforma delle adozioni, che se non verrà compiuta in questa legislatura dovrà essere una delle priorità dei primi 100 giorni della prossima”:

Da non dimenticare quelle persone transgender troppo spesso lasciate ai margini delle iniziative e delle battaglie.

Per tutelare le persone transessuali, inoltre, il PD deve impegnarsi in battaglie concrete quali la revisione della legge per il cambiamento dei dati anagrafici per le persone in transizione, recependo finalmente la sentenza 221 del 2015 della Corte Costituzionale e dando al Paese una legislazione più precisa e meno discrezionale in materia”.

Diritti in cammino anche al di fuori del mondo LGBT, infine, tra immigrazione, testamento biologico e disabilità.

La razza, dopo il sesso, è il secondo elemento preso in considerazione dall’articolo 3 della nostra Costituzione quale elemento cardine di non discriminazione per un pieno sviluppo della personalità di chi ha origini non italiane. L’integrazione dei rifugiati è un processo dinamico e articolato, che richiede l’impegno di tutti. Il processo di integrazione è complesso e graduale, presenta dimensioni economiche, sociali e culturali distinte ma interconnesse, tutte importanti ai fini della possibilità dei rifugiati di integrarsi con successo come membri pienamente inclusi nella società.
Il testo della riforma del cosiddetto “ius soli” dovrà concretizzarsi entro la fine di questa legislatura per garantire ai figli delle persone immigrate di vivere la bellezza e le opportunità di essere cittadini italiani.
Occorre che venga approvata al più presto la normativa sul tema del fine vita e del testamento biologico in Parlamento. Analoghe iniziative dovranno essere sviluppate sugli altri temi che riguardano l’applicazione dell’art. 3 della Costituzione: primo su tutti la parità uomo-donna ed il tema delle condizioni della disabilità su cui molto si può fare ancora, oltre alla la legge sul “dopo di noi” approvata in questa legislatura”.

Un lungo documento che prende a piene mani dai bisogni trasversali di un Paese in cui le minoranze, ancora oggi, sono visibilmente discriminate. Una stagione dei Diritti da far proseguire, concludono i firmatari, riformando “questo paese affinché sia più uguale per tutti i cittadini, quelli di oggi, ma anche quelli di domani”. Strada che Matteo Renzi, ribadiscono i suoi sostenitori, saprà percorrere alla guida del Partito Democratico.

Anche su queste basi, ci mettiamo #incammino convinti che Matteo Renzi possa traghettare questo Partito verso posizioni più laiche e più attente alle nuove sfide della contemporaneità, con una politica del #passodopopasso che abbiamo fatto nostra, che ha già portato risultati e che sarà capace di modernizzare ulteriormente il nostro Paese”.

Ad Andrea Orlando e Michele Emiliano, sfidanti dell’ex Premier alla Segreteria Pd, spetta ora l’adeguata replica a tinte rainbow.

 

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Giovanni Di Colere 13.3.17 - 8:54

A me non interessa granché del congresso del PD, ennesimo segno del fallimento italiano nell'esprimere una classe dirigente all'altezza e un governo che risolva i problemi ammodernando il paese. Dico solo che le unioni civili sono una conquista epocale in questo Paese di omofobi e ipocriti, ma le mancate adozioni dimostrano che a nessuno, dico a nessuno, interessa di garantire i diritti liberaldemocratici a iniziare dalla Corte Costituzionache che li bocciò rimandando la decisione al Parlamento (a differenza dell'alta corte americana),ai politici interessa solo il proprio tornaconto del movimento del partito o della combriccola. In Parlamento c'è una maggioranza teoricamente per i matrimoni ugualitari a sentirli: poi ci manca poco che non abbiamo neanche le unioni civili per le quali è dovuto intervenire il voto di Alfano. Detto tutto.

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Valium 12.3.17 - 23:56

Non sono renziano ma se si tratta di portare a casa risultati è l'uomo giusto. Dipenderà tutto dalla coalizione però.

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Gianuario Cioffi Aulicino 12.3.17 - 20:03

quindi: -Renzi sosterrà le adozioni -anche Orlando (lo ha detto più volte in passato) -per ora Emiliano, alla voce "Diritti Civili", appoggia solo la legge contro l'omotransfobia (oltre a testamento biologico e ius soli).

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Io 12.3.17 - 15:46

Ma come si fa ad appoggiare un simile cialtrone, sbruffone, bugiardo e intrallazzatore che ha solo applicato politiche neoliberiste, ordinategli dalla grande elite finanziaria, contro i più deboli, e ha fatto solo gli interessi di confindustria e delle banche d'affari che hanno mandato sul lastrico migliaia di persone, ha dato il colpo di grazia a quei pochi diritti del lavoro che ancora c'erano, ha distrutto la scuola e ridotto la sanità uno schifo solo per ricchi. Ma piantatela!

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    Giovanni Di Colere 13.3.17 - 8:51

    Politiche neoliberiste? Ma se abbiamo lo Stato più inefficiente, ingessato, burocratico, leviatano e tassatore dell'occidente? Ma se abbiamo il debito più pachidermico del mondo fatto a suon di spesa pubblica (oltre il 50% del pIL) inefficiente? Ma se abbiamo il minore tasso di libertà economica non solo dell'occidente ma di oltre 100 Paesi sparsi nel mondo? Ma se abbiamo il mercato del lavoro più rigido di dieci anni fa? Ma se non siamo neanche riusciti a liberalizzare i taxi, i benzinai, i notai, il commercio? Sarebbero queste le politiche neoliberiste? Ma per favore... in Italia come diceva qualcuno a essere liberali siamo quattro gatti e io non mi sento neanche troppo bene...

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Andrea Spiga 12.3.17 - 10:14

Scusate, ma io uno che ha usato i diritti civili per blandire parte degli elettori ed estorcergli un SI al referendum costituzionale non posso sostenerlo, non è un comportamento serio e rispettoso.

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