Dmitry Dedov, funzionario russo che siede alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ha ufficialmente chiesto al proprio Paese di legalizzare le unioni omosessuali.
Una presa di posizione netta che arriva una settimana dopo l’attacco della Corte europea dei diritti dell’uomo alla Russia, a causa della propria conclamata omofobia che ha visto Vladimir Putin mettere al bando persino i Pride.
“Credo che il compromesso e l’armonia sociale possano essere trovati sulla base del rispetto reciproco dei diritti umani e, in particolare, dei diritti delle minoranze che non cercano di promuovere il proprio stile di vita, ma piuttosto cercano il riconoscimento dei propri diritti civili, il rispetto e la protezione dello Stato. Parlo del diritto di creare relazioni familiari che differiscano dalla normale comprensione dell’unione tra un uomo e una donna. Il riconoscimento legale di tali partnership potrebbe essere un punto di partenza per la protezione di tutti gli altri bisogni che di solito si verificano tra i membri di una famiglia“.
L’avvocato Sergei Golubok si è però detto scettico sull’impatto che le parole di Dedov potranno avere nel suo Paese. La scorsa settimana la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sentenziato a favore di 7 attivisti che hanno denunciato i divieti omofobi presenti in Russia, che violano da anni gli articoli 11, 13 e 14 della Convenzione. La Corte ha dato loro ragione, senza però assegnare alcun tipo di risarcimento in loro favore.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.